Minasi su intervista del Procuratore Bombardieri

“‘La repressione da sola non basta’, ‘Questa terra ha bisogno di lavoro, di investimenti, di una buona amministrazione, di un’economia sana’, ‘Non si può dire che a Reggio è tutto ‘ndrangheta’: le parole del procuratore Bombardieri, in prima linea contro tutti gli aspetti dell’invasività che la criminalità organizzata impone al territorio, aprono uno spiraglio di speranza nella gran parte sana della comunità. La presenza imponente e necessaria dello Stato resta un pilastro importante e significativo per condurre, nonostante le difficoltà, la battaglia di liberazione da un fenomeno aberrante: tale presenza deve essere, però, come lo stesso Bombardieri sottolinea, un sostegno soprattutto nei confronti di chi decide di denunciare, di chi apertamente si schiera dalla parte giusta, senza che venga lasciato solo sulla strada imboccata. E’ innegabile che vi siano tantissimi ostacoli e che il cammino non possa essere privo di inciampi, ma sapere che il Procuratore della Repubblica intravede un bagliore di luce, rappresenta uno spazio di fiducia nel quale è fondamentale agisca la politica affinché si creino tutte le condizioni possibili volte, appunto, alla crescita, così da arginare con l’occupazione, l’attrazione di capitale e la legalità i movimenti di chi opera a discapito di un’intera collettività che, invece, quotidianamente in silenzio e senza gli onori delle cronache, cerca di produrre, di restare in questa terra, di garantire un futuro ai propri figli.

Alle dichiarazioni del dottore Bombandieri, fa il paio un’intensa intervista rilasciata qualche settimana addietro dal Pm reggino Stefano Musolino, magistrato della Dda, impegnato in delicatissime inchieste, il quale ha delineato un excursus interessante sul ruolo dello Stato in territori come il nostro, che egli conosce benissimo essendo nato a Reggio e operando proprio in riva allo Stretto.

Riflessioni da cui emerge come la repressione ‘tout – court’ non possa essere l’unica risposta possibile, poiché, ha evidenziato (in riferimento anche all’alto tasso di interdittive, scioglimenti e provvedimenti) ‘non è possibile tenere un luogo così tanto a lungo in stato di perenne emergenza senza dargli un futuro’. Anch’egli, quindi, parla di opportunità che è necessario assicurare in favore dello sviluppo economico, cosicché la città non rappresenti solo un trampolino di lancio ‘per ottenere una promozione’ lasciandola massacrata.

Ovviamente la crescita di un territorio deve passare dal lavoro, il quale a sua volta, nasce da un insieme di interventi che guardino non solo alla vocazione naturale delle nostre zone, ma al potenziamento delle infrastrutture, al contrasto delle ‘piccole’ illegalità diffuse, ad un cambio di mentalità. Ed è in quest’ottica, infatti, che è ampiamente apprezzabile il discorso recentemente rivolto dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ai giovani, affinché si impegnino ‘per contribuire al cambiamento della Calabria’, spronandoli ‘a ribellarsi, a stringere i denti, ad impegnarsi nel sociale, occupare gli spazi, perché altrimenti se li ruberà la ‘ndrangheta, se li ruberà la massoneria deviata e li occuperanno i centri di potere’.

Ed è proprio alla luce di quanto questi uomini coraggiosi stanno offrendo, e non solo in termini di parole ed incoraggiamento, per il riscatto della nostra regione, che non è condivisibile che la politica possa anche solo pensare di produrre esposti nei confronti dei magistrati. La politica che compie il proprio dovere a servizio di un territorio ed in maniera limpida non dovrebbe avere il desiderio che coloro che combattono per la Calabria ne vengano allontanati, ma dovrebbe auspicare esattamente il contrario!”

Tilde Minasi