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Nicola Comberiati, poeta crotonese ma romano d’adozione, sarà al festival “Il Federiciano”

«Presentare la nuova pubblicazione di poesie “Scrivo a mano… lotte, dolori, amori” a Rocca Imperiale, ormai da tanti anni “Il Paese della Poesia”, mi riempie di emozione e soddisfazione. A contatto con poeti più o meno affermati, ho la sensazione che si stia costruendo una nuova umanità: di persone unite da un filo rosso, quello delle emozioni positive, della recettività, dell’accoglienza, dell’amore per la Verità, la Giustizia, la Bellezza. La poesia diventa, in questo luogo magico, un vero antidoto alla violenza di ogni genere e l’arcobaleno che preannuncia tempi nuovi».
Con queste parole, Nicola Comberiati, poeta originario di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, ma romano d’adozione perché vive nella capitale dagli anni 60, ha esternato la sua emozione per la partecipazione al festival poetico “Il Federiciano”, che si terrà a Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza, dal 27 luglio al 4 agosto.
Saranno nove giorni di festa, tra cinema, musica, teatro e spettacolo, tutti rigorosamente aperti al pubblico, con importantissimi ospiti, sia di fama nazionale che internazionale. Al momento si conoscono i nomi di Gianluca Grignani, Mogol che terrà un incontro, in compagnia del cantautore Gianmarco Carroccia, per ricordare i suoi grandi successi scritti insieme a Lucio Battisti. Poi ancora Antonella Ruggiero, voce potentissima e storica cantante dei Matia Bazar, Alessandro Haber che si presenterà nelle vesti di attore e cantante, la Rino Gaetano band capeggiata da Alessandro greyVision, nipote del compianto cantautore calabro-romano, e tanta, tanta poesia.
L’incontro con Comberiati rappresenterà un momento di profonda meditazione.
«Il libro “Scrivo a mano… lotte, dolori, amori” prende spunto dalla riflessione che la seconda nascita che ci riserva la vita è l’acquisizione del segno grafico manuale che pian piano diventa capacità di costruire memoria, segreti, attese, rapporti coinvolgenti, scoperta degli altri, apertura ad una riserva aurea di materiali scritti, gelosamente conservati. La conquista della scrittura a mano è il primo atto creativo dell’uomo. Sono rimasto positivamente sorpreso dal fatto che la poesia “Scrivo a mano”, posta in apertura del libro, sia stata scelta da molte maestre come leitmotiv del percorso scolastico di quest’anno» ha confessato Comberiati, che è da sempre impegnato nel sociale e crede nel potere salvifico della poesia, e della cultura in generale. Ha creato una scuola popolare nelle baracche della borgata alessandrina di Roma, ha lavorato all’AIAS e poi al Comune di Roma per l’integrazione dei ragazzi diversamente abili. Dagli anni 80 ha insegnato Storia e Filosofia in molti licei della Capitale ed è stato Dirigente Scolastico nell’ITC “Lucio Lombardo Radice”. Con studio e passione per la trasmissione della cultura alle nuove generazioni, ha dato il suo contributo teorico e pratico per una trasformazione della scuola che dia a tutti pari opportunità. Attualmente lavora con l’ANCEI – Formazione e Ricerca come psicologo al “Bonifacio VIII” di Anagni e all’Istituto “Maria Consolatrice” in Roma-Portonaccio e si interessa di formazione docenti. Dentro le poesie sono racchiusi questi vari segmenti di vita, e la scuola popolare nelle baracche di Roma, il lavoro con i diversamente abili sono finiti nel componimento “Ad un adolescente autistico volato nei cieli”.
«Ho ritrovato le mie poesie scritte a mano in tanti periodi diversi della vita e ora posso affermare con più consapevolezza che quel segno scritto mi ha permesso di interiorizzare catarticamente esperienze e conflitti. Sono stato catapultato da adolescente a Roma e ho vissuto il tipico itinerario dell’immigrato del Sud che deve cambiare il proprio destino con il lavoro e lo studio: lavori precari (“Ancora giro alla ricerca di pane”), amori (“A lei”…), incontri (“Agli studenti che ho incontrato nei miei anni di scuola”), lotte politiche e rabbie (“Manifestazione”, “Roma tradita”), dolori (“A te madre e sposa”), realizzazioni (“Alla sorgente del fiume Aniene”)».
Pur avendo cominciato a scrivere poesie sin da giovane, per molto tempo le ha tenute chiuse nel cassetto, come testimonianza di un diario interiore, e solo in parte diffuse tra amici, a scuola, dove ha condiviso con gli studenti le poesie impegnate e indignate, a volte manifesti di sensibilizzazione umana e civile (“Il libro della Costituzione”), finché è diventata preponderante l’esigenza di compattarle in un volume e confrontarsi con il pubblico.
«Ho sentito il bisogno di fare il punto su quanto prodotto, affinché non fosse disperso tra i miei variegati lettori e ho trovato nella casa Editrice Aletti un’occasione per valorizzare e rendere pubbliche le mie poesie. È stato un incontro fortunato: dal primo libro “Orizzonti In-finiti” sono seguite altre pubblicazioni in raccolte (“Enciclopedia dei poeti contemporanei” e altre) e le presentazioni del mio libro mi hanno fatto entrare in una comunità di poeti di tutte le età».