Nota Stampa UIL Trasporti Calabria

L’unità sindacale è l’unica arma a disposizione dei corpi intermedi calabresi per progettare la rinascita di questa regione. La pesante crisi che ha investito la Calabria richiede alle organizzazioni sindacali uno sforzo unitario senza precedenti, una sincronia delle azioni prima di oggi mai realizzata ed un’armonizzazione delle esigenze derivati dalle diverse condizioni di sviluppo.

Questa battaglia non può e non deve essere solitaria per la nostra organizzazione, come UIL Trasporti dobbiamo intraprendere, sostenere e coordinare un’azione di influenza incisiva e determinante nei confronti delle istituzioni regionali e nazionali per portare all’attenzione della loro agenda politica e di governo le istanze rappresentate dai lavoratori calabresi.

Ora i tempi sono più che maturi per lavorare al cambiamento e alla rinascita concreta di questa terra e, soprattutto, per trasformare i sogni in realtà.

Dagli atenei calabresi ogni anno escono brillanti laureati che sicuramente possono agevolare la ripresa della Calabria, ma per farlo hanno bisogno di opportunità e di strutture che li inducano a restare. Essi saranno la classe dirigente del futuro e, se la Regione, la politica e le associazioni riusciranno a trattenerli, i loro cervelli, le idee e la loro conoscenza possono costituire la reale occasione del cambiamento. Per troppi anni la Calabria ha vissuto di proclami elettorali, di illusioni e promesse non mantenute.

Proclami, illusioni e promesse come quelle che abbiamo registrato sul futuro del porto di Gioia Tauro. Erano gli anni 90 quando si parlava di “zona franca” nel porto di Gioia Tauro, intorno si trovavano gli spazi per far sorgere attività produttive di semi lavorazione dei prodotti trasportati via nave. C’era e c’è uno spazio ideale per una zona extra doganale come hanno fatto altri terminal container, c’era e c’è la possibilità di fare collegamenti rapidi via-treno che avrebbero attratto e agevolato altri insediamenti o di progetti industriali di ogni genere capaci di creare almeno 20.000 posti di lavoro. Era, per intenderci, il porto dei miracoli. Oggi, però, il Governo (nei confronti del quale rimane ancora valido l’invito promosso dalla UIL Trasporti a venire in Calabria) pensa a promuovere i cosiddetti porti ascellari, (Genova, Trieste e Livorno), mentre a Gioia Tauro tra l’indifferenza del Governo Nazionale e di quello Regionale, MCT dichiara un esubero di 400 unità: il 30% della forza lavoro. Troppo facile dire licenziamo le persone più anziane per dare lavoro ai giovani o viceversa. Ma la dignità della persona? Le persone non sono macchinari da acquistare e rottamare a seconda delle necessità.

Le società dei trasporti pubblici delle nostre città sono perennemente in rosso. Questo enorme treno di scialacquamenti e inefficienze non riesce ad sorreggersi con le entrate dei biglietti, di conseguenza ha bisogno, finché dura, che gli enti pubblici rimpinguano le casse.

Non possiamo acconsentire che i cittadini, i lavoratori vengano illusi con il grande progetto dell’alta velocità se lo stesso non prevede la possibilità del transito delle merci nell’ambito dell’alta capacità, per intenderci le merci del porto di Gioia Tauro non prenderanno mai il treno. Non può che essere, poi, impietosa l’analisi della situazione aeroportuale nazionale e in Calabria ancora peggio. In un Paese lungo come il nostro, il trasporto aereo dovrebbe azzerare le distanze. Ammonta a circa a due miliardi il debito complessivo, cento milioni di perdite ogni anno. La regione aveva ben tre aeroporti e all’orizzonte potrebbe ancora materializzarsi pure un quarto scalo. Mentre oggi l’aeroporto di Crotone è chiuso, gli altri aeroporti attivi stanno attraversando una crisi pesantissima, accentuata da compagnie che stanno riducendo la propria operatività a favore di territori più appetibili.

La situazione occupazionale ed economica della Regione Calabria presenta, dunque, una notevole complessità e farne una trattazione completa risulta molto difficile. In questo mio ragionamento ho cercato di mettere in risalto i problemi principali della nostra terra, analizzando contestualmente le risorse di cui essa dispone che poi sono le speranze per il suo e nostro futuro. Ma per utilizzare al meglio queste qualità servono le idee e la mentalità giusta, servono i governi centrali e locali che devono elaborare politiche mirate a concretizzare i sogni dello sviluppo, intervenendo (e non ci si stanca mai di ribadirlo) sulle dotazioni infrastrutturali del territorio.

 

Serve un Sindacato forte e unito.

Il Segretario Generale

Giuseppe Rizzo