Peda’ sulla questione dell’hospice di Reggio Calabria

Oggetto: la questione dell’Hospice di Reggio Calabria al vaglio della Commissione speciale Vigilanza, auditi il dirigente del dipartimento regionale alla Salute, Belcastro; il direttore del Distretto ex RC1, Carbone e il presidente della fondazione “Via delle stelle”, Trapani Lombardo. Pedà: “l’Hospice come la Nazionale ai mondiali: tutti Ct … senza conoscere neanche la problematica. La struttura non chiuderà ma bisogna fissare delle regole dall’una e dall’altra parte. Sono certo che il tavolo tecnico con il Gen. Cotticelli sarà risolutivo”.

“La problematica dell’Hospice di Reggio Calabria? È come quando la Nazionale di calcio gioca al mondiale: tutti si sentono Ct e, in questo caso, si sono improvvisati esperti di Sanità; ognuno si propone per trovare soluzioni, senza però conoscere neanche qual è la situazione, così, soltanto per captatio benevolentiae di un galantuomo, il dott. Trapani, che portato negli anni la fondazione “Via delle stelle” ad assistere tantissimi malati terminali”. Sono le parole del consigliere regionale Giuseppe Pedà, nel corso dei lavori della Commissione speciale di Vigilanza, riunitasi oggi 22 luglio, per discutere della drammatica situazione finanziaria-amministrativa in cui versa l’importante struttura reggina, che eroga cure palliative per i malati terminali, e della relativa programmazione sanitaria. Durante la seduta sono stati infatti auditi il dirigente del dipartimento regionale della Salute, Antonio Belcastro; il direttore del Distretto ex RC1, Domenico Carbone e il presidente della stessa fondazione, Vincenzo Trapani Lombardo. Pedà ha ringraziato in premessa il collega Alessandrò Nicolò per aver portato l’argomento all’attenzione della Commissione. In questi ultimi giorni, infatti è stata messa in discussione la continuità assistenziale e l’esistenza stessa dell’Hospice, nel caso in cui non si dovesse realizzare il rinnovo della contrattualizzazione tra fondazione e l’Asp, relativamente all’anno 2019. “È chiaro -ha aggiunto Pedà- che se c’è una Commissione straordinaria all’Asp di Reggio è per rimettere in campo delle regole se, ancora oggi, il decreto di Scura del 2017 è rimasto lettera morta per quanto riguarda l’Hospice e per tante altre problematiche.

Oggi, però, ci sono dei prefetti che devono mettere in chiaro come stanno le cose e credo che nessuno voglia revocare l’attività dell’Hospice. Tra l’altro, il primario di Oncologia al GOM di Reggio, il prof. Correale, mi ha riferito che il suo reparto e il Pronto Soccorso iniziano a essere intasati perché i malati terminali si rivolgono a loro per le cure palliative, non potendo più essere assistiti dall’Hospice”. Pedà ha inoltre evidenziato le rassicurazioni fornite dal sottosegretario alla Salute, Bartolazzi all’on. Francesco Cannizzaro, che di recente ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione: “ha fatto un po’ di cronistoria confermando che ci sono delle regole da stabilire ma ha anche garantito che saranno statuite nel corso del tavolo tecnico di domani -23 luglio- con il Gen. Cotticelli ridando l’opportunità all’Hospice di continuare la propria azione e, perché no, oserei dire, se c’è la possibilità, di aumentare i posti letto”.Pedà tuttavia precisa: “ho appurato che i locali dove viene espletata l’attività dell’Hospice sono di proprietà dell’Asp così come le utenze, dunque con dei costi per i calabresi, credo perciò che nel corso dell’incontro bisognerà intanto cristallizzare le varie cifre, quelle di dare e avere, in modo che il saldo possa essere compensato e l’attività della struttura possa andare avanti magari con un controllo maggiore da parte dell’Asp di Reggio, soprattutto a garanzia del dott. Trapani e di tutti coloro che sono alla guida della fondazione, per manifestare all’esterno le buone prassi che vengono adottate, non solo nel campo sanitario ma anche in quello contabile amministrativo”. L’esponente politico è convinto che la situazione sarà risolta nel migliore dei modi, sia per quanto riguarda l’accreditamento che sotto l’aspetto della “deregulation” attualmente esistente. “Non credo al dolo -ha sottolineato Pedà- in questi anni, piuttosto, si è verificato che i vari commissari e manager nominati che si sono ritrovati patate bollenti come questa, invece che risolvere i problemi hanno preferito lanciare la palla avanti decretando proroghe, anche perché ben erano consci della precarietà del loro incarico. Aggiungo che non ci dobbiamo lamentare quando in Calabria arrivano persone come il Gen. Cotticelli a commissariare una sanità che era balorda. Speriamo che il Generale, persona che si sta spendendo al massimo per ridare dignità a un sistema perverso, sia l’ultimo Commissario ad Acta e che questa situazione che ha portato al blocco delle assunzioni -in conseguenza del quale oggi ci ritroviamo senza medici, paramedici e personale Oss-si risolva presto”. Pedà riserva un ultimo passaggio all’edilizia sanitaria: “è dal 2007 -rimarca- che sono stati finanziati tre ospedali e abbiamo un responsabile dell’edilizia sanitaria che, nel novembre scorso, su mia domanda ha risposto che, per ciò che concerne il sito sul quale sorgerà il nuovo ospedale di Palmi, il problema dell’elettrodotto Terna sarebbe stato risolto entro 2 mesi: siamo ad agosto e ancora non abbiamo quantificato neanche se si può rimuovere e quanto costerà questa operazione. Ci sono inoltre circa 800milioni di euro fermi dal 2017, che non si investono né in edilizia, e, quindi, con un ritorno di politica economica keynesiana, né in servizi sanitari, con la controindicazione però che, oggi, abbiamo degli ospedali che non funzionano più, con dei reparti che stanno chiudendo, grazie a quel decreto contenuto in quel famoso atto aziendale che in pratica ha chiuso definitivamente Melito PS e Gioia Tauro declassandoli a ospedali generali, nonostante avessero delle grandi peculiarità. Un atto d’azienda di cui tanto si vantavano i burocrati e i tecnocrati mandati da Roma che per tre anni ha ingessato la sanità lasciandoci in eredità l’odierna situazione, tra cui anche quella dell’Hospice di Reggio Calabria”.