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Per una tutela della salute mentale a misura di persona Costruiamo insieme le Reti Sociosanitarie

Al termine dei lavori, alcune osservazioni ricapitolative.
È bene innanzitutto ricordare il senso dell’iniziativa di oggi, che può essere individuato nel principio di
sussidiarietà, di cui parla l’art. 118 c. 4 della nostra Costituzione. Si tratta di quel principio che chiama
le istituzioni pubbliche non solo a riconoscere, ma addirittura a favorire “l’autonoma iniziativa dei
cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale”.
Tutto il lavoro che è stato necessario per preparare questo incontro è perciò interpretabile come
esercizio di cittadinanza attiva, su un terreno delicatissimo come quello della salute mentale.
I contributi che sono stati offerti hanno posto alcune questioni che sollecitano le istituzioni pubbliche,
regionali e locali, a prendere iniziative immediate almeno sui punti che seguono.
1.Nella nostra Regione non è più rinviabile l’adozione di un Piano d’azione Regionale per la Salute
Mentale, ispirato ai principi della centralità della persona, della deistituzionalizzazione, della
domiciliarità degli interventi, della presa in carico comunitaria e territoriale, e fondato sulla lettura
accurata dei bisogni di salute mentale sul nostro territorio superando la mentalità “ospedalocentrica”
e istituzionalizzante finora prevalente, dando priorità agli interventi socio-sanitari di prossimità
domiciliari e territoriali. In questa prospettiva, tale strumento potrebbe permettere di uniformare e
riorganizzare la rete dei Servizi che, ancora oggi, presenta criticità enormi in relazione alla capacità di
adottare efficaci programmi individuali di abilitazione, riabilitazione, formazione e integrazione sociale
e lavorativa delle persone prese in carico. Il Piano andrebbe definito anche nella prospettiva di mettere
a regime ed utilizzare al meglio le risorse provenienti dal PNRR e dai fondi europei dedicati.
2. È altrettanto urgente dare applicazione alle norme che da più di venti anni prevedono l’integrazione
socio-sanitaria, in modo da ovviare a questo ingiustificabile ritardo e da rendere così concretamente
praticabili i percorsi di co-progettazione interistituzionale degli interventi, anche nell’ambito della
salute mentale.
3. Si propone inoltre la costituzione di un tavolo tecnico, che accompagni e verifichi la sperimentazione
del budget di salute, nei territori in cui ci siano le condizioni per poterla avviare. Nelle regioni in cui tale
dispositivo viene puntualmente impiegato per sostenere i piani terapeutico-riabilitativi individualizzati,
esso permette, di migliorare la qualità della vita delle persone interessate e di conseguire obiettivi di
reale deistituzionalizzazione, senza oneri ulteriori per le finanze pubbliche.
4. L’introduzione in via sperimentale del BdS dovrebbe essere accompagnata da altri interventi
necessari, come: a) la creazione di strutture intermedie per l’avviamento all’autonomia personale e
abitativa; b) il rafforzamento su tutto il territorio delle équipe dedicate alle attività di recovery ed
empowerment presso i Centri Diurni, assicurando la dotazione adeguata di risorse economiche per il
loro funzionamento.
Comunità Competente | Ufficio stampa: mariapia.tucci@comunitaprogettosud.it | +39 3930359308
5. Si sottolinea l’urgenza di assumere iniziative finalizzate a mettere a regime il personale tramite i
Piani del fabbisogno, al fine di rafforzare i Dipartimenti di Salute Mentale e, contestualmente,
organizzare una formazione continua specifica.
6. Uno degli ambiti in cui è più drammaticamente evidente la conseguenza della forte carenza di
personale è quello della Neuropsichiatria infantile: la Calabria è priva di una U.O.C. ospedaliera (con
notevoli conseguenze sul piano della mobilità passiva). Sarebbe pertanto urgente allestirne almeno
una, così come sarebbe fondamentale rafforzare le unità operative neuropsichiatriche infantili
territoriali.
7. Si richiama l’importanza di istituire (ove non presente) e di valorizzare il ruolo della Consulta dei
Dipartimenti di salute mentale, con il compito di orientare, con funzioni propositive, le politiche del
dipartimento.
8. Si evidenzia il ruolo delle amministrazioni locali per lo sviluppo dei servizi di prossimità e di supporto
all’assistenza domiciliare; in questa prospettiva, diventa fondamentale la valorizzazione delle famiglie e
dei caregiver, e delle loro esperienze.
9. Si invitano le istituzioni competenti ad assumere l’impegno ad aprire il REMS di Girifalco e,
contestualmente, di attuare percorsi di presa in carico condivisa sociosanitaria per pazienti con disturbi
psichiatrici autori di reato, sia con misura di sicurezza in REMS che presso strutture residenziali
psichiatriche, oltre che con misure diverse, finalizzate al reinserimento sul territorio, potenziando i
Centri di Salute Mentale e stimolando la crescita di un privato sociale altamente qualificato.
10. Si sollecita, infine, l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente per la salute mentale presso il
competente dipartimento. A questo tavolo potrebbe essere conferito il mandato di preparare il Piano
Regionale (vedi punto 1).
11.Si richiede l’approvazione dell’Intesa Stato Regioni del 4 agosto 2021 sul Documento “Linee di
indirizzo per la realizzazione dei progetti regionali volti al rafforzamento dei Dipartimenti di Salute
mentale regionali”. Questa intesa assegna alla Calabria 2.115.961.
I punti di questa sintesi potrebbero rappresentare una piattaforma su cui tentare di costruire in forma
partecipata percorsi nuovi, nell’ambito della rete dei servizi riguardanti la salute mentale.
Da parte loro, i gruppi e le organizzazioni che hanno organizzato questa conferenza si impegnano ad
organizzare un presidio civico permanente, finalizzato a tenere viva l’attenzione sui temi di cui si è
discusso e sulle proposte che ne sono derivate, ad alimentare il dibattito, a sollecitare l’attivazione
delle istituzioni competenti, fino a quando non saranno date le risposte necessarie