Ponte sullo Stretto: il Covid insegna ma non ha scolari!

Mentre i calabresi trattengono il fiato per conoscere la conferma ufficiale del Ministero della Salute dell’inserimento della Calabria tra le aree rosse o arancioni, l’Aula della Camera approva a maggioranza una proposta relativa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Con questa mozione si impegna tra l’altro il Governo al confronto parlamentare e con le istituzioni locali, “con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante opere e la previsione di mezzi idonei e sostenibili” capaci di estendere l’Alta velocità a Siracusa e a Palermo.

Esultano anche i Cinquestelle, quelli che hanno immolato tutti i loro NO in nome della poltrona, quelli del Decreto Calabria, che doveva rivoluzionare la sanità pubblica calabrese e che invece ne ha continuato l’opera di demolizione, tanto è che se oggi siamo una regione a rischio è conseguenza della salute dei nostri ospedali e non certo per il numero di contagiati da Covid.

Ancora una volta vince l’ideologia delle grandi opere, vincono gli interessi delle varie lobby e del capitale, non certo quelli delle comunità.

Abbiamo sempre detto quali sono le grandi opere che servono ai nostri territori: il contrasto al dissesto idrogeologico, il rifacimento delle reti idriche colabrodo, infrastrutture di comunicazione per non far morire le aree interne, tanto per fare alcuni esempi.

Così come abbiamo sempre detto che per velocizzare l’attraversamento dello Stretto non serve un collegamento stabile ma togliere il monopolio al vettore privato e potenziare e riorganizzare la flotta pubblica.

Ma è il Covid a indicare le grandi opere urgenti e necessarie per la Calabria, ma Governo e partiti tutti non sembrano essere studenti diligenti.

Lo stiamo dicendo in questi giorni in tutte le piazze italiane. Le grandi opere che servono adesso, gli investimenti improcrastinabili per il benessere dei nostri territori sono:

  • misure economiche di protezione effettiva di tutta la popolazione, un reddito che copra in modo dignitoso tutta la fase della crisi e della emergenza sanitaria anche per i lavoratori irregolari, precari e senza tutele;
  • lockdown veri, capaci di isolare e sconfiggere il virus, senza continuare a subire le pressioni di Confindustria che tiene in ostaggio il paese perché le fabbriche devono continuare a produrre. Sistemi di protezione e dpi e programma di controlli e screening periodico per i lavoratori che non si possono fermare e per le loro famiglie;
  • mezzi e personale nella sanità pubblica sufficienti a far fronte all’emergenza pandemica e a dare la certezza che tutti avremo la possibilità di essere curati, senza creare nuove sacche di precariato ma con contratti dignitosi. Qualora necessario, si requisiscano mezzi e personale della sanità privata.

E soprattutto una campagna di assunzioni nella pubblica amministrazione, partendo dalla stabilizzazione di precari e tirocinanti, abolendo così questo “Caporalato di Stato”, e bandendo ulteriori nuovi posti, perché solo garantendo servizi e diritti possiamo rilanciare questa terra.

 

Reggio Calabria, 04 novembre 2020

Federazione del Sociale – USB Reggio Calabria