Presentato il libro “Una buona pratica di cura della non autosufficienza”

È stato presentato oggi, nella Sala Oro della Cittadella regionale, il volume “Una buona pratica di cura della non autosufficienza” del sociologo e dirigente Asp, Franco Caccia, che racconta un’esperienza concreta: il progetto sperimentale Home Care Premium realizzato dall’Azienda Sanitaria di Catanzaro con la partnership di Inps Calabria nel triennio 2014-2017.
Il progetto, un caso esemplare di welfare nel panorama nazionale e regionale, nasce con l’intento di creare un modello sperimentale nel campo dell’assistenza domiciliare rivolta a persone non autosufficienti. Scopo dei promotori infatti è stato quello di dare alle famiglie i supporti economici e organizzativi per rendere possibile la permanenza a domicilio del congiunto non autosufficiente. I benefici previsti sono stati di due tipi: un contributo economico massimo di 1.300 euro mensili, determinato sulla base del livello di non autosufficienza e sul reddito Isee, e servizi professionali, domiciliari ed extra domiciliari, per il mantenimento delle autonomie e il potenziamento delle relazioni con il contesto esterno. Ciascun ambito sociale ha potuto prendere in carico un numero definito di beneficiari. In particolare per il biennio 2013-2015 il numero di assistiti sono stati 140. All’incontro con la stampa hanno preso parte l’Assessore al Lavoro e alle Politiche Sociali Angela Robbe, il Dirigente generale del dipartimento Fortunato Varone, il presidente regionale di Fedresanità Anci, Giuseppe Varacali, il direttore generale Asp di Catanzaro Giuseppe Perri, Francesco Candia, vicepresidente di Anci Calabria, Don Biagio Amato presidente della Fondazione Betania, il Dirigente della direzione regionale dell’Inps Luigi Sculco e l’autore del libro e dirigente Asp Franco Caccia.
Diversi sono stati gli interventi durante l’incontro. L’Assessore Angela Robbe ha sottolineato “l’importanza di questo progetto che costituisce una buona pratica e un esempio di sinergia tra soggetti istitruzionali basato sull’esigenze reali della persona”.
“Quello che dobbiamo fare – ha aggiunto l’Assessore Robbe – è proprio ragionare su come avvicinare i servizi agli utenti. Questo è l’obiettivo da portare a compimento mettendo a sistema tale metodo. Ovvero, saper ascoltare, rispondere in maniera coerente ai bisogni del territorio e corrispondere con azioni mirate all’esigenze di cambiamento. La nostra bussola è l’Articolo 3 della Costituzione per cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali, ma bisogna considerare anche che ci troviamo di fronte a persone diverse e con esigenze diverse. È in questa direzione dobbiamo muoverci, mettendo insieme una comunità attiva in cui tutti i soggetti siano sinergici e responsabili. Sono convinta che riusciremo a breve a rimettere in piedi un tavolo di lavoro per riformare il Welfare regionale che tenga al centro i bisogni delle persone ma che richiami tutti alle proprie responsabilità. Dobbiamo essere attrezzati perché non possiamo più consentirci di non avere un modello che nelle altre regioni esiste da venti anni”.
“Il libro e il progetto in esso racchiuso – ha invece dichiarato il Dirigente Fortunato Varone – descrive un ottimo livello di alleanze interistituzionale, un fronte comune, in questo caso tra Inps e Regione, per migliorare i servizi verso i cittadini”. g.m.