Processo di stabilizzazione ex Lsu-Lpu Calabria: situazione aberrante

Atteggiamento incomprensibile di Regione e Ministeri nell’applicazione delle disposizioni di legge

Una situazione aberrante, quella degli ex Lsu/Lpu della Calabria che, senza smentirsi, tende a mantenere in ostaggio circa tremila padri e madri di famiglia. Ostacoli pretestuosi che i lavoratori trovano francamente inaccettabili e vergognosi, frutto dell’azione di una classe politica superficiale, arrogante e in continua campagna elettorale. L’irrigidimento della Giurisprudenza, del tutto interpretativa, dei vertici della burocrazia di fronte ad una ambigua e non chiarita formula legislativa, sta lasciando senza tutele proprio questa categoria lavoratori che più di altre sta soffrendo la particolare condizione di precarietà, non soltanto per le incertezze di una prospettiva futura, ma anche per la natura del rapporto lavorativo rispetto al quale, com’è noto, la tutela, a partire dalla posizione previdenziale, è risultata essere debole sin dall’inizio. In questi giorni si sta dimostrando una posizione rigida e decisamente incomprensibile da parte della Regione Calabria e dei vari Ministeri coinvolti nel processo di stabilizzazione. Senza avere la sensibilità interpretativa si è passati ad un atteggiamento di “particolare” rigore e chiusura nell’applicazione delle disposizioni di legge. Inesorabilmente, pertanto, gli ex Lsu/Lpu sono trascesi in una dimensione di solitudine in quanto le prospettive di assunzione appaiono, ad oggi, contorte e con interlocutori confusi. E’ inaccettabile che tutto ciò avvenga a ridosso della scadenza, fissata al 31.12.2020, della trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. I lavoratori trovano paradossale il fatto che gli stessi promotori della legge ad oggi non abbiano fatto chiarezza (tranne qualche slogan mediatico) avallando l’idea che tutto il Sud Italia avrebbe finalmente chiuso con il precariato come una sorta di gara al ribasso. Questo Comitato apre e chiude – la presente nota – descrivendo quella che è la situazione attuale. Perché c’è un tempo per tutto e i soggetti coinvolti, dopo 23 anni, non aspettano di vedere quanto sia galantuomo. Nel ricordare che i conti non si fanno senza l’oste, inviano distinti saluti.

Data: 24 novembre 2020

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Giuseppina Zelesco
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