Reggio, incontro con la Poetessa Pina De Felice

Nell’ambito dell’Incontro con l’Autore (Maggio dei Libri 2019) l’Associazione Culturale Anassilaos e la Biblioteca “Pietro De Nava” incontreranno la poetessa Pina De Felice e la sua ultima fatica letteraria dal titolo:”A lumera/Poesie in vernacolo” edita da Città del Sole. L’incontro si terrà domani alle ore 16,45 presso la Villetta De Nava (Sala Giuffrè) con la partecipazione della prof.ssa Francesca Neri e dell’editore Dr.ssa Antonella Cuzzocrea.
Brani poetici del volume saranno invece letti da Marilù Laface e Biagio D’Agostino.
L’autrice, Pina De Felice, è nata a Palmi dove ha frequentato il Liceo Classico.
Si è laureata in Scienze Biologiche ed è stata docente di Scienze matematiche.
Vive dal 1970 a Reggio Calabria città che considera con amore una terra bellissima che le ha dato l’opportunità di relazioni positive sia in campo lavorativo che in quello culturale, offrendo la sua partecipazione e ricevendo formazione ed arricchimento. Ha nutrito sin da bambina un grande amore per la poesia che le ha permesso di ricevere gratificazioni e riconoscimenti.
E’ responsabile della sezione poesia dell’Associazione Culturale Anassilaos. Ha pubblicato tre libri di poesie: “Nei miei silenzi”, “All’ombra della luna”, “Voglia di poesia”.
Quest’ultimo nel 2014 edito da “Città del Sole”, nella collana Il viaggio del Poeta, in collaborazione con Circolo Anassilaos.
Ha pubblicato in dialetto reggino nel 2015 “I stori i ‘na riggitana”, racconti di vita della pittrice Nenè Arcidiaco Borrello, inaugurando una nuova collana di prosa: Circolo Anassilaos-Città del Sole. Ha pubblicato nel 2008 un libretto di poesie dialettali “Se abbrisci”, dopo aver conseguito il premio Belmoro per la poesia dialettale. L’opera ‘A lumera è un atto d’amore verso la sua città natale, Palmi. Chi si chiedesse perché Pina De Felice, autrice di parecchie raccolte di poesie in lingua italiana, abbia questa volta scelto di scrivere in dialetto – scrive Francesca Neri nella sua prefazione -troverà una risposta immediata nella Dedica ai giovani calabresi e più specificamente a quelli di Palmi, “perché imparino ad amare il dialetto”.
Pina De Felice – continua la Neri – ci offre in questa silloge testi di impianto narrativo e di tono lirico, sfruttando al meglio la duttilità del medium linguistico scelto, per lei lingua dell’infanzia e del mondo familiare: “la lingua chi parrava eu/ era comu li vrazza di me’ patri”(Gridaru cu’ lu tempu ddhi paroli).
Caterina Sorbara