Reggio, presentato il saggio di Giuseppe Zavettieri sulla disabilità nella scuola.

In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico,  appare di particolare attualità il saggio che il giovane Giuseppe Zavettieri ha dedicato alla disabilità nella scuola.

Opera presentata, qualche giorno fa a Reggio Calabria, nel corso di un incontro promosso dalla Associazione Culturale Anassilaos, Sezione Giovani, congiuntamente con la libreria Nuova Ave, con la partecipazione degli Assessori Anna Nucera e Lucia Anita Nucera, del Presidente di Anassilaos Giovani Tito Tropea   e della prof.ssa Francesca  Neri,  che ha analizzato il volume.

Il  testo ripercorre l’evoluzione storico-sociale della nozione di “handicap” sottolineando il passaggio da una logica di segregazione ad un profondo cambiamento che tuttavia non ha del tutto eliminato gli ostacoli per le persone svantaggiate. Particolarmente avvertita dall’autore appare l’importanza della scuola, in passato chiamata a garantire l’”inserimento” del portatore di handicap e successivamente la sua “integrazione”, fino all’attuale logica dell’ “inclusione”. Ciò in virtù di una concezione della disabilità riguardante non soltanto i limiti e le carenze del soggetto, ma anche le sue potenzialità. Vengono poi analizzati i fondamenti costituzionali dei diritti dei disabili e affrontate le diverse e delicate questioni della funzione degli insegnanti di sostegno. La ridefinizione del concetto di disabilità fa sì che oggi riguardo ad essa non ci si limiti alla considerazione delle sole  menomazioni fisiche, ma si  guardi a  tutti i limiti incontrati dalla persona disabile  nell’interazione tra la sua condizione fisica e l’ambiente che la ostacola.

 La considerazione della disabilità in termini di universalità, parità, adesione al modello bio-psico-sociale attribuisce pertanto un ruolo fondamentale al contesto (personale, sociale, fisico) in cui la persona vive e opera, in linea con la convinzione che tale contesto contribuisca allo sviluppo della disabilità e della condizione di handicap.  In tale ottica una scuola realmente inclusiva è quella che riconosce l’individualità di ciascuno e il diritto di tutti di partecipare pienamente alla vita scolastica. In questa direzione si collocano le recenti normative, incluse quelle che riconoscono i BES, bisogni educativi speciali, che a detta dell’autore sarebbe meglio definire non in termini di deficit, ma di  ostacoli, in quanto il limite non è all’interno del soggetto, ma nel contesto. Ciò implica, in base alle indicazioni ministeriali: l’assunzione di ampie responsabilità  da parte dei docenti, a cui dovrebbe essere garantita un’adeguata formazione; il superamento della didattica speciale a favore di quella inclusiva; la valorizzazione del docente di sostegno. Oltre ad un’ampia disamina degli strumenti giuridico-normativi a tutela dei BES, il volume offre un’analisi dei più recenti modelli didattici nei quali l’apprendimento, realizzandosi in un contesto sociale di scambio con gli altri, forma lo studente allo specifico metacognitivo (“imparare ad imparare”)   in modo da consentirgli un apprendimento significativo e da garantirgli quella autorealizzazione a cui ogni individuo, in quanto persona e in quanto cittadino, ha pieno diritto.

 

Caterina Sorbara