Scuola, il governatore Oliverio esegue il diktat di Renzi

Il Governatore della Calabria, Mario Oliverio, il 31 agosto, alle ore 21:00, chiude la vertenza sulla Mozione scuola. Adduce a motivazione della sua indisponibilità il parere negativo che avrebbe avuto dallo staff dei legali della Regione. I docenti della delegazione dei collettivi hanno avuto il responso dopo oltre quattro ore nell’anticamera dell’aula, durante una breve pausa occorsa nella interminabile seduta (iniziata con due ore di ritardo) che ha eluso la trattazione all’ordine del giorno di numerosi punti di interesse sociale, tra cui quello sulla riforma scolastica. E’ stata presente con la delegazione dei docenti all’interno del palazzo della Regione fin dal primo pomeriggio la Parlamentare M5S, Federica Dieni, nemmeno lei ricevuta o ascoltata in due ore di permanenza in anticamera.

Gli unici tre docenti ammessi all’interno del palazzo hanno potuto constatare l’approssimazione e l’impreparazione dello stesso staff del governatore, che ha messo in atto maldestri tentativi di depistaggio istituzionale. I docenti hanno ripetutamente ribadito ed evidenziato sia a questi ultimi che ad Oliverio gli aspetti della legge che ledono le competenze regionali e che rendono la norma inattuabile sul territorio, ma nessuna doverosa risposta alle argomentazioni è stata fornita, né dall’Assessore Roccisano né da Oliverio, su come intenderanno garantire agli studenti l’adempimento dell’obbligo concernente l’alternanza scuola-lavoro e nello stesso tempo il mantenimento dei posti di lavoro. Questo costituirà una seria emergenza istituzionale nei prossimi mesi e vedrà delle conseguenze logistiche e socio-economiche per tutti i cittadini calabresi, in termini di riduzione di posti di lavoro che saranno occupati dagli studenti per un lavoro fatto gratis e quindi sottratti ai lavoratori, sfruttamento del lavoro minorile e violazione dell’art. 3 della Costituzione. Di diverso parere la Regione Veneto che ieri [2 settembre] si è vista approvare una mozione contenente un testo in versione ridotta rispetto a quello che Oliverio e/ o lo staff dei legali della Regione Calabria hanno ritenuto inaccoglibile. Alla Corte Costituzionale l’ardua sentenza.

Un segnale che la mozione avrebbe avuto la legittimazione in consiglio era stato dato con il sostegno espresso e annunciato da diversi consiglieri, anche della maggioranza.

Una lettera di condivisione della mozione era stata inviata in maniera informale anche da Orlando Greco ( capogruppo di Oliverio presidente e consigliere pd) che é stata subito ritirata in una forma di autocensura.

Dobbiamo quindi prende atto delle responsabilità che il Governatore si assume con questa autonoma decisione verso i cittadini della Calabria. Infatti, il vaglio della legge sarebbe rientrato nei compiti istituzionali a lui preposti, comprese le individuazioni delle competenze lese dell’ente locale. Inoltre, come giustamente rilevato da Lucio Ficara, la Tabella 1 allegata alla 107/2015 che individua i posti per gli organici di potenziamento per ciascuna Regione, non è stata firmata dalle Regioni come sarebbe dovuto essere per la legge sulle autonomie. Il Governo ha omesso di ricorrere alla Conferenza Stato-Regioni, le quali [Regioni]potrebbero ricorrere alla Consulta.

Alla luce di quanto anzidetto appare evidente come la decisione assunta si configuri come un atto politico, piuttosto che istituzionale e/o tecnico, e che sia evidente il grave conflitto di interessi ad essa sotteso tra i compiti istituzionali del Governatore Oliverio e di quel Governo nazionale, che quasi due mesi fa, a colpi di fiducia, ha fatto approvare la legge sulla riforma scolastica, imponendola con un atto violento e arrogante a tutte le categorie coinvolte, manifestamente contrarie.

Prendendo comunque atto delle dichiarazioni del Presidente relative alla posizione dello staff legale della Regione di mancanza di sufficienti elementi di lesione delle competenze regionali, il comitato degli autoconvocati ha inteso sentire il parere di alcuni costituzionalisti, già contattati in passato.

Chiediamo quindi che la Regioni si muova ora con gli spazi di democrazia che ancora rimangono, deliberando con estrema urgenza in sede di giunta l’approvazione della mozione promuovendo quindi la questione di legittimità costituzionale della legge 107.