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Senatore Fabio Auddino, il Governo metterà in campo tutte le forze necessarie per scongiurare la crisi del porto

È ormai inarrestabile la discesa vertiginosa verso la quale la MCT, società che gestisce lo scalo di Gioia Tauro, sembra voler condurre il porto. L’azienda, incurante delle ripercussioni sociali che i propri comportamenti hanno sull’economia e l’occupazione del territorio ha annunciato, da ultimo, ulteriori 500 licenziamenti. 

Non si può fare macelleria sociale sulle spalle dei lavoratori, ancora una volta, minacciando di licenziarne più di un terzo! Questo ennesimo, infausto annuncio dell’azienda non fa che avvalorare sempre più la tesi di chi sostiene che si stia giocando una “partita finanziaria” tra i due soci, facendo ricadere le responsabilità delle azioni sulla crisi economica attuale. La realtà che si sta prefigurando è molto drammatica e il Governo metterà in campo tutte le forze necessarie per scongiurare la crisi.

Nella convinzione che questa situazione di stallo per l’azienda e di incertezza per i lavoratori debba assolutamente concludersi al più presto, mi sono attivato per chiedere presso il Ministero delle Infrastrutture l’attivazione di un tavolo di crisi ed un incontro per la settimana prossima. Un’altra occasione di chiarimento sarà la visita in Calabria del Ministro Toninelli, in programma nelle prossime settimane.  

L’atteggiamento sfuggente dell’azienda nei confronti dei lavoratori non aiuta alla concertazione, per cui auspico che da subito si cambi atteggiamento al fine di permettere un’evoluzione positiva della vertenza nell’interesse dei lavoratori e dello sviluppo del porto, che ha grandi margini di crescita e reali potenzialità. In questo clima di provocazioni reciproche sarà difficile gestire il terminal al massimo delle proprie possibilità commerciali.

Sta succedendo esattamente l’opposto di quello che ci si aspettava. Si aspettavano gli investimenti promessi per il rilancio del sito portuale, della sua area retroportuale e la conseguente ricollocazione dei lavoratori licenziati. Invece, l’azienda ha continuato a disattendere sia gli impegni assunti in materia di investimenti, sia l’ordine giudiziario di reintegrazione dei lavoratori licenziati, arrivando addirittura a decidere nuovi e numerosi licenziamenti. 

È evidente che la situazione è diventata ormai insostenibile, non si può accettare che dinamiche meramente privatistiche mandino in rovina uno dei porti più importanti e strategici d’Italia. 

A questo punto non sembrano esserci alternative rispetto ad una attenta valutazione della sussistenza dei requisiti dell’azienda per il mantenimento delle concessioni in vigore e ad un’eventuale riconsiderazione dell’assetto concessorio. 

 

Senatore Giuseppe Auddino