Soveria Mannelli, Arturo Diaconale all’universita’ estiva

“La Rai non è storicamente la BBC” e propone l’istituzione di un canale tematico su cultura e ambiente collegato con il web. È quanto è emerso dalla lezione che il direttore de “L’Opinione” e consigliere di amministrazione della Rai Arturo Diaconale ha tenuto durante la seconda giornata dell’Università estiva di Soveria Mannelli che si è tenuta presso la Biblioteca “Michele Caligiuri” su iniziativa della Fondazione “Italia Domani” e della Rubbettino Editore. La manifestazione è stata introdotta da Mario Caligiuri dell’Università della Calabria e dall’editore Florindo Rubbettino dell’Università del Molise. Caligiuri ha ricordato l’esperienza di direttore dell’Opinione, la più antica testata politica italiana e quella di saggista, richiamando sopratutto i testi “Tecniche post moderne di un colpo di Stato: magistrati e giornalisti” del 1996 e “Una proposta nazionale” del 2012, edito proprio dalla Rubbettino. Quello di Diaconale è stato un ritorno a Soveria, essendo intervenuto nel 1997 per realizzare un’iniziativa con le scuole di prevenzione della droga con la Comunità di San Patrignano. Per Florindo Rubbettino, Diaconale “è un giornalista che sa maneggiare le parole attraverso più strumenti: la carta stampata, ma anche la TV”. L’ha poi in qualche modo identificato con la cifra intellettuale e culturale del “liberalismo quotidiano”, che pone temi e argomenti fondamentali ma quasi assenti nel dibattito politico e culturale del nostro Parse. Rubbettino ha infatti spiegato che parole come merito, autonomia, impresa, concorrenza, mercato sono poco  utilizzate e praticate. L’editore ha infine ricordato il ruolo di Diaconale quale Presidente del Parco del Gran Sasso d’Italia, e in tale veste gli ha chiesto come si può valorizzare anche il territorio di questa parte della Calabria, evidenziando la necessità che “lo sviluppo non si fermi alle pendici di una montagna”. Arturo Diaconale ha avviato la sua riflessione dicendo che la Rai, per la sua impostazione storica, tende a veicolare le opinioni chi sta al potere ma oggi deve rappresentare lo specchio reale del Paese, dando voce a tutte le istanze sociali, culturali e politiche. Ha poi ricordato come RAI ha avuto un’importante funzione didattica, evidenziando la sua funzione di maggiore azienda culturale del Paese: si può dire che “Garibaldi ha fatto l’Italia, la RAI ha fatto gli italiani, dando loro un linguaggio comune”. Per Diaconale, la RAI del futuro deve essere “non strumento di omologazione ma di esaltazione delle diversità che arricchiscono il Paese”. Da qui la necessità di riformarla al più presto perché diventi veramente “un servizio pubblico al servizio del pubblico”, anche “in difesa dei diritti e delle garanzie dei cittadini,  sopratutto di quelli più deboli che hanno difficoltà a esercitare i propri diritti e a fare ascoltare le proprie parole”. Infine, Diaconale ha affermato che “l’identità si fonda sul territorio  e che cultura e ambiente sono la vera ricchezza di questo Paese, che ancora non sappiamo utilizzare al meglio. La RAI potrebbe contribuire a valorizzarli con un canale tematico dedicatoche possa essere fruito anche via web, coinvolgendo anche turismo, agricoltura, gastronomia. DIaconale ha poi risposto agli interventi del pubblico, tra i quali quelli del Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “Luigi Costanzo” di Decollatura Antonio Caligiuri e del Direttore a sede Rai della Calabria Demetrio Crucitti. Le lezioni sono seguite da Radio Radicale e registrate dall’Università telematica “UniNettuno”, mentre la comunicazione è curata  da Luigi Salsini di CallNews e la segreteria organizzativa dall’Associazione “Fiore di Lino”. 
Oggi si concludono le lezioni alle ore 18 con l’intervento del giudice e saggista Nicola Gratteri che affronterà l’ultimo argomento del tema individuato per l’università estiva di Soveria Mannelli “Ripartire Inviato dalle parole. Come reagire all’educazione da TV e alla malapianta della criminalità”.