Stefano Strada, 400 milioni di chilometri in nome della’ amore e dell’ecologia

“400 milioni di chilometri” non indica solo la distanza massima tra Marte e il pianeta Terra, ma è anche il titolo dell’ultimo singolo del cantautore orvietano Stefano Strada, fuori sui digital stores e con un fortunatissimo videoclip su YouTube. Il brano fa parte dell’album “Urban Cosmic Trash” prodotto da Antonello Papagni e in uscita il prossimo ottobre, caratterizzato da tematiche fantascientifico-futuriste.
Questa ballata rock melodica, dagli arrangiamenti volutamente grezzi e caotici – quasi accompagnati da una “radiazione di fondo” tipica dell’iperspazio – rappresenta da un lato una storia d’amore che si riaccende dopo un periodo di pausa tra due innamorati, e dall’altro porta avanti una sottile critica verso il mondo scientifico per la scelta di investire nelle esplorazioni sul suolo extraterrestre anziché proseguire le ricerche volte a migliorare la vita sul nostro pianeta: così come i protagonisti del video affronteranno esperienze indispensabili a capire quanto le loro vite siano intrecciate, così anche l’umanità comprenderà di essere nata per abitare e popolare la Terra in modo consapevole.
Il videoclip, realizzato da Andrea Braconcini in arte Andrew Superview (Ultimo, Diluvio, Fumè, Ariete, Mesa e molti altri) colpisce per l’ottima fotografia e uno stile molto attento ai movimenti, ai dettagli e all’espressività, oltre che per il suo sapore vintage/retrò ricco di metafore e citazioni cinematografiche. In “400 milioni di chilometri” il regista si concentra sulla protagonista femminile, l’attrice Paola Atlante, unica interprete per buona parte del filmato, quasi fosse lei stessa a cantare e sentire dentro di sé le parole del brano. La ripresa in 4/5 conferma l’intenzione di Andrea nel voler creare un contrasto fra il sound brusco della canzone e la dolcezza “sbiadita” ma evocativa dei personaggi, come se vivessero un ricordo per tutto il tempo.
All’interno del video è possibile trovare persino alcuni easter-egg (elementi surreali inseriti appositamente per destabilizzare e trascinare lo spettatore in una romanzesca caccia al tesoro), così come nella traccia stessa: il testo è infatti caratterizzato da forme grammaticali non convenzionali o licenze poetiche insolite, in funzione puramente estetica. Al momento solo alcune di esse sono state individuate e riportate nei commenti. Chissà quanti segreti ancora si celano dietro l’enigmatico video di “400 milioni di chilometri” …
Link per la visione: https://youtu.be/uRInfrpMV5E
Caterina Sorbara