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Sul “Fine vita e suicidio assistito”: Cappato e Welby snobbati dai partiti. Gli Italiani sono pro- vita. – di Carlo Salvo

È giunto il momento in cui tutte le forze politiche presenti in parlamento, indipendentemente dalle proprie posizioni sull’immigrazione, economia, europa, istruzione, Covid ed altro, dimostrino una sorta di maturità umana e sociale, un amore verso il genere umano, manifestando un disappunto totale sulla proposta di legge del fine vita e del suicidio assistito.  Gli autorevoli rappresentanti dei partiti politici, devono assolutamente evitare di farsi condizionare  dalle pressioni di Marco Cappato e Mina Welby i quali, dopo la non condivisa assoluzione da parte della Corte di Assise di Massa, hanno iniziato il pressing per ottenere una legge che consente di porre fine all’esistenza dell’ uomo attraverso il suicidio assistito. Per la verità fino ad oggi il parlamento ha evitato di affrontare tale delicato problema, pur tuttavia è necessario lanciare un segnale chiaro e preciso, puntualizzando che le valutazioni giuridiche sulla punibilità o meno di comportamenti ritenuti penalmente rilevanti, non possono obbligare le forze politiche a promuovere leggi immorali e contro natura, come quella sul suicidio assistito.

La Corte di Assise di Massa ha ritenuto di non dover punire penalmente Cappato e Welby, nonostante gli stessi nell’aprile del 2017 avevano aiutato Davide Trentini a porre fine alla sua esistenza attraverso il suicidio assistito presso una struttura Svizzera. Analoga pronuncia risale al 2019 dove lo stesso Cappato è stato assolto per il caso di dj Fabo, per il medesimo reato.

Pur non essendo d’accordo, dal punto di vista giuridico, sulla mancata applicazione dell’art. 580 c.p. che punisce: “chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione…………” e sulla pronuncia della Corte Costituzionale di cui alla Sentenza n. 242 del 2019 in riferimento all’art. 580 c.p., ritengo che tale argomento, per la delicatezza ed importanza che merita vada trattato in maniera particolare sotto  un’ aspetto non esclusivamente giuridico. Ciò perché i magistrati hanno valutato aspetti prettamente tecnici sulla condotta degli imputati relativamente alla fattispecie delittuosa, senza trattare, come giusto che sia, aspetti di diversa natura quali l’appartenenza dell’uomo a Dio,  la sacralità della vita e l’essenza divina della nascita e della morte, argomenti questi che prescindono da valutazioni tecnico – giuridiche.

La pratica del fine vita e del suicidio assistito, meritano una condanna sociale e morale, se non altro perché la vera finalità, per chi la pratica, non è quella di alleviare le sofferenze umane, bensì il disprezzo del genere umano. Una sorta di vittoria del “diabolico” che con l’inganno induce l’uomo a sopprimere un essere simile, un altro uomo. È inconcepibile. Nessuno ha il potere di decidere sulla propria e sull’altrui esistenza, siamo nati per vivere a prescindere dalle condizioni fisiche e dalle sofferenze patite, la vita è un dono e come tale va accettato. È mostruoso, il concetto  che l’associazione di Cappato e Welby intende inculcare nelle menti degli italiani, vale a dire “la libera scelta al suicidio e l’aiuto da parte di terzi alla soppressione della vita”.

Avv. Carlo Salvo