Fuori dalla caserma dell’81º reggimento di fanteria in Viale Giulio Cesare, Teresa Gullace cadde sotto il fuoco di una pistola nazista. Quel fatto alimentò ancor di più la già infuocata e significativa resistenza romana. La morte della donna, moglie e madre cittanovese, segnò il passaggio ad una fase nuova della controffensiva civile contro il nemico tedesco, diventando un simbolo limpido e luminoso della Resistenza. L’eco fu immediata. Autorevoli testimonianze hanno, nel tempo, ricostruito la dinamica dell’accadimento. In questo prezioso frammento della memoria collettiva si innestano i ricordi nitidi e i ruoli centrali di figure emblematiche del fermento romano del post fascismo: dalle partigiane comuniste Laura Lombardo Radice, Marisa Musu, Adele Maria Temolo e Marcella Lapiccirella, alla “gappista” Carla Cepponi. Pietro Ingrao, nelle ore successive all’uccisione, scrisse un manifesto lucidissimo sull’accaduto denunciandone la gravità. La pressione generata fu così alta che i nazisti furono costretti a rilasciare il prigioniero Girolamo Gullace. Il maestro del cinema neorealista, Roberto Rossellini, racconterà la storia di Teresa Talotta Gullace nel film “Roma Città Aperta”: l’uccisione della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani, riprenderà gli accadimenti di Viale Giulio Cesare. Più recentemente, un giovane regista calabrese, Matteo Scarfò, ha dedicato un film – documentario alla figura dell’eroina cittanovese, interamente girato a Cittanova. Nel 1977 il Presidente della Repubblica Italiana, Giovanni Leone, insignì Teresa Talotta Gullace della Medaglia d’oro al Valore Civile. Oggi una lapide collocata in Viale Giulio Cesare, a Roma, dà testimonianza luminosa alla memoria ad uno dei simboli della Resistenza romana. Così come alcuni istituti scolastici di Roma e Cittanova, intitolati alla figura di Teresa Talotta Gullace.
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