“Tolo tolo: Zalone..l’incompiuta “

Quella di Zalone la definirei l’incompiuta. Un’ opera filmica di certo in cui i regista attore ci appare quasi svogliato e non all’altezza dell’ultimo Quo vado. Usciti dal cinema Tolo Tolo lascia confusi, spiazzati. Come se molte tematiche siano state trattate e poche in fine sviluppate. Un’insieme di idee raffazzonate. A tratti comuni luoghi precostituiti : il mito che i ragazzi africani siano laureati e intellettuali più dell’italiano medio e che conoscano a menadito il neo realismo italiano.. Regge poco. Il cammeo della Buchet col toy boy.. Anche meno. Dove sta andando in Tolo Tolo Zalone..? Non si capisce. La sala ride poco. Due le risate più fragorose.. Di cui una all’amara battuta sul porto di Vibo Valentia. Laddove la Calabria il suo prezzo sull’accoglienza lo ha pagato. Il mito del buon selvaggio regge ancora? Alla luce di spaccio, prostituzione, traffico umano, mafia nigeriana, non appare realistico. La palese pubblicità a ong e associazioni pro immigrazione fanno pensare se per lui non sia venuto il momento di scrivere libri e partecipare a dibattiti politici e sociali dove apertamente parlare delle tematiche che gli stanno particolarmente a cuore. E lasciare la realizzazione di pellicole comiche a chi ancora può e vuol davvero far ridere, un pubblico stanco di pagare un biglietto per poi ritrovarsi a non farlo. E a chiedersi se quello incompiuto, fosse il tentativo amaro di ridere su qualcosa che è una tematica troppo importante, seria e complessa, che l’Italia e l’Europa vivono.

Al. Tallarita