U.S.I.P.: Continua la dolorosa piaga dei suicidi in Polizia

Sembra non volersi rimarginare la dolorosa piaga dei suicidi in Polizia e più in generale tra le Forze
dell’Ordine, altri ennesimi lutti che colpiscono le donne e gli uomini in divisa: tutto ciò lascia davvero
sgomenti, soprattutto se si pensa che siamo nei primi mesi dell’anno è già si registrano ben 13 suicidi tra gli
appartenenti tra le Forze dell’Ordine, gli ultimi in ordine di tempo sono accaduti alla Questura di La Spezia,
dove un poliziotto si è suicidato con la propria arma d’ordinanza, e al Commissariato di P.S. di Terracina in
provincia di Latina con un altro poliziotto che si è tolto la vita nella medesima modalità.
L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti già in tempi non sospetti è intervenuta sul drammatico fenomeno
che colpisce sistematicamente i tutori dell’ordine, attraverso una vera e propria opera di sensibilizzazione
rispetto al disagio che si avverte tra le lavoratrici e i lavoratori delle Forze dell’Ordine, dichiara il
Segretario Nazionale U.S.I.P. Giuseppe Costantini, già in tempi non sospetti avevamo evidenziato la
necessità di un approccio concreto al grave problema, che va analizzato guardando in faccia la realtà dei
fatti, insomma un approccio che abbia la capacità di ribaltare il vecchio, e soprattutto totalmente
inadeguato, metodo di valutare i disagi psicologici degli appartenenti alle Forze dell’Ordine.
L’istituzione dell’Osservatorio Interforze di qualche anno fa è stato certamente un segnale positivo,
continua il Segretario Giuseppe Costantini, un organismo centrale utile a monitorare la problematica, ma
evidentemente tutto ciò non basta, difatti siamo stati sempre dell’idea che per trovare soluzioni idonee
bisogna sì monitorare, ma molto più efficacemente necessita andare alla radice del problema, bisogna
rendersi conto che il poliziotto come tutti gli esseri umani è soggetto a stress, una condizione che ad oggi
tra le Forze dell’Ordine viene considerata una patologia neurologica che prevede ritiro di arma
d’ordinanza, manette e tesserino: insomma un poliziotto, rebus sic stantibus, non può permettersi di
essere stressato, ma soprattutto non può dichiararlo perché viene sostanzialmente esautorato dal suo
ruolo in seno all’Amministrazione.
L’U.S.I.P. ha da sempre sostenuto la necessità affinchè si intervenga con un approccio più inclusivo al
problema, che vada a dare sostegno psicologico a tutti quei colleghi che attraversano un momento di
particolare stress, far sentire la concreta vicinanza dell’Amministrazione sarà certamente un modo per
non isolare chi si trova in condizione di disagio, perché è proprio in questi momenti che bisogna agire
insieme nella battaglia contro questo male oscuro, ma evidentemente per fare tutto ciò è necessario
cambiare approccio nei confronti di un male che non deve essere più visto come un marchio indelebile,
come un’onta di cui un poliziotto non può macchiarsi, ma come un disagio di cui tutti, in quanto esseri
umani, si può nel corso della vita lavorativa esserne soggetti.
Su questo delicatissimo tema, conclude il Segretario Nazionale U.S.I.P. Giuseppe Costantini, la nostra
Organizzazione Sindacale sarà sempre in prima linea, per tale motivo riteniamo necessario che
all’attività svolta dall’Osservatorio dei suicidi delle Forze dell’Ordine, che purtroppo ad oggi non ha
ancora raggiunto concretamente le finalità preposte, si dia un forte impulso in direzione di maggiore
funzionalità ed efficacia, ed evidentemente riteniamo altrettanto necessario che le istituzioni politiche si
adoperino per l’introduzione dell’art. 48 bis nel D.P.R. 782/85, di guisa che venga finalmente
riconosciuto il disagio psicologico ai poliziotti, e quindi prevedendo una specifica sorveglianza sanitaria
da applicare ai casi di stress lavoro-correlato.