Villa San giovanni, intitolato l’auditorum dell’Alberghiero a Emanuela Loi

E’ stato intitolato ad Emanuela Loi l’auditorium dell’Istituto professionale alberghiero turistico di Villa San Giovanni. La cerimonia si è svolta lunedì 17 novembre presso l’Ipalbtur a conclusione di un incontro formativo con gli studenti nell’ambito del progetto ‘A ndrangheta, progettiamo una città senza crimine’ elaborato dalla Questura di Reggio con il coinvolgimento di tutte le scuole superiori reggine.

 

Emanuela Loi, sarda, morì a neppure 25 anni il 19 luglio 1992 a Palermo nell’attentato di stampo mafioso che assassinò il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta di cinque poliziotti, della quale faceva parte. Insignita della medaglia d’oro al valor civile, fu la prima donna poliziotto ad essere uccisa in servizio.

 

Col prologo del coro degli studenti sulle notte dell’Inno alla gioia, all’incontro, moderato dalla dirigente dell’Ipalbtur, Carmela Ciappina, sono intervenuti il prefetto Massimo Mariani, il questore Maurizio Vallone, il procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza, il procuratore generale Bernardo Petralia, il vice capo della polizia Antonio De Iesu.

Nell’introdurre gli interventi, la dirigente dell’Istituto ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa inquadrata nel contesto di “un percorso educativo finalizzato a sensibilizzare gli studenti ai valori di legalità e giustizia, a richiamarli all’impegno civile, strumenti di prevenzione del fenomeno della criminalità organizzata”.

‘Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo’, è la celebre frase pronunciata da Borsellino che ha costituito il filo conduttore degli interventi dei partecipanti all’incontro, che hanno tutti sottolineato come i veri protagonisti dell’evento fossero proprio i giovani rappresentati dai numerosi studenti presenti nell’auditorium.

“La scuola – è stato ribadito in particolare dal procuratore Sferlazza e dal vice capo De Iesu – è l’unico laboratorio culturale capace di esercitare la memoria come incubatrice di conoscenza e coscienza critica. Non è sufficiente il contrasto repressivo, ma è necessario un contrasto culturale per combattere la criminalità organizzata. Il senso di legalità dovrebbe sempre far parte della coscienza di ogni giovane, insieme con un sentimento di solidarietà: occorre coraggio e prendere posizione contro chi prevarica la libertà altrui, rispettando quotidianamente le piccole regole di comportamento civile e sociale, vivendo da uomini liberi privi di debiti di riconoscenza di qualunque tipo verso chicchessia”.

“L’immagine di Emanuela – è stato il pensiero del prefetto Mariani e del procuratore Petralia – deve servire per mantenere l’attenzione su chi, svolgendo silenziosamente la propria missione, si sacrifica fino al costo della vita per la sicurezza di tutti noi e per tramandare nella storia i valori rappresentati dalla sua dedizione alla causa”. Ricordi personali da parte del questore Vallone che ha rievocato la sua prima attività investigativa su un traffico di droga che per quattro anni l’aveva portato ad operare a Palermo dove “nell’ufficio scorta, lavorava una ragazza dalla chioma che non poteva passare inosservata”.

In conclusione, De Iesu ha auspicato che il progetto promosso dalla questura reggina in  collaborazione con le scuole possa rappresentare un modello da replicare in altre realtà difficili.

 

A conclusione della manifestazione, dopo l’intervento del sindaco di Villa S.,Giovanni, Giovanni Siclari e preceduta dalle parole di Bruna Siviglia, presidente dell’associazione culturale Biesse promotrice dell’iniziativa, è stato il momento della scopertura della targa commemorativa dedicata a Emanuela Loi da parte di Tina Martinez, moglie di Antonio Montinaro, il caposcorta di Falcone rimasto ucciso nell’attentato di Capaci costato la vita al giudice, alla moglie ed alla sua scorta.