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Al Liceo “Tommaso Campanella” celebrata la “Giornata dei Giusti” come giornata per la Pace

L’iniziativa voluta fortemente dagli studenti del Liceo Campanella, si è svolta all’insegna della semplicità, senza retoriche e nella limpidezza di un linguaggio che solo i giovani sanno utilizzare. Occasione la celebrazione della Giornata europea dei Giusti che il Parlamento europeo ha istituito nel 2012 alla quale l’Italia ha aderito sin da subito invitando gli Istituti scolastici ad organizzare iniziative mirate a far conoscere ai giovani le storie di vita dei Giusti, a renderli consapevoli di come ogni persona debba ritenersi chiamata in causa, in ogni tempo e in ogni luogo, contro l’ingiustizia, a favore della dignità e dei diritti umani, in difesa del valore della verità.
Il ricordo dei Giusti richiama ognuno di noi all’impegno verso la democrazia, a lottare contro il razzismo e l’intolleranza, ad avversare ogni forma di prevaricazione dell’uomo sull’uomo, ad innalzare la “voce” della Pace.
Un veloce tam tam tra gli studenti e in poche ore l’intero Istituto ha chiesto uno spazio di riflessione dentro il quale poter capire le incomprensibili ragioni che degenerano in guerra; “la nostra generazione, affermano Claudia e Mario della 3° A economico sociale, sta vivendo da circa due anni in uno stato di continua angoscia a causa della pandemia, e adesso, una guerra che ci proietta in una dimensione tanto anacronistica quanto surreale”. “Siamo qui, aggiungono, per alzare la nostra voce, per sperare in un mondo migliore”. Alle loro voci si è unito un coro; tutti gli studenti, chi nelle proprie aule a causa delle regole di distanziamento, chi nel cortile, chi al Polo della musica e della danza, hanno partecipato con determinazione dicendo il lo “no” alla guerra; “la guerra, hanno aggiunto i Rappresentanti d’Istituto affidando il loro messaggio a Francesco Ruberto, ci allontana dal futuro, brucia i nostri sogni. Noi vogliamo la pace, vivere nella democrazia e nella libertà, vogliamo allontanare i grandi e i piccoli dispotismi. Lo gridiamo dando voce alla nostra scuola che ci guida verso le strade dell’accoglienza, della multiculturalità, della musica e della danza, arti nobili che ci educano alla solidarietà. Il nostro pensiero va a tutti i ragazzi ucraini che volevano una vita di democrazia e di libertà e si sono ritrovati in un inferno per una guerra non decisa da loro e ai ragazzi russi che sono stati arrestati perché stavano protestando contro la guerra. Questi ragazzi sono pronti a soffrire e a sacrificarsi per valori alti che segnano il nostro essere uomini su questa terra. I ragazzi di Kiev la loro battaglia l’hanno già vinta, oggi essere europei significa essere tutti ucraini”.
Emozionato il messaggio della Dirigente scolastica Dott.ssa Susanna Mustari la quale nel ribadire come la scuola, educa la mente ma educa soprattutto il cuore sviluppando valori ed atteggiamenti sociali e culturali positivi. “L’invito che mi sento di fare a voi tutti è quello di guardare ai grandi esempi degli uomini di pace a quelli che ormai vengono definiti i “pazzi di Dio”, uomini e donne che, anche a rischio della propria vita, cercano di attivare in loro e negli altri il senso della giustizia e della collaborazione reciproca. L’invito che vi rivolgo è di considerare e assimilare i valori profondi dell’etica solidaristica, capaci di istillare negli animi sentimenti pacifici e altruistici. È questa la missione e l’impegno della scuola. Nei momenti di smarrimento, nei momenti difficili per l’umanità quale quello che stiamo vivendo sospesi tra pandemia prima e guerra ora, quando gli squilibri sul piano intellettuale, morale e civile rendono più difficile la convivenza umana e i rapporti tra i popoli, quando si cede alla volontà di potenza, bisogna attingere agli insegnamenti che provengono dai saggi del passato, alla filosofia dell’armonia, alla metriòtes che insegna non solo a dominare le proprie passioni ma anche e soprattutto a costruire rapporti corretti con gli altri. Bisogna coltivare l’etica del dialogo, del confronto, del dialogo interculturale orientato alla Pace tra i popoli. È necessario parlare di Pace senza ridurre la parola a sentimento ma trasformandola in costruzione quotidiana. Voi giovani siete chiamati ad una scommessa concreta per la vostra vita, il vostro desiderio di organizzare questa Giornata, inorgoglisce tutti noi educatori! Significa che il seme che seminiamo nella scuola per la costruzione di “buone pratiche” basate sui valori, attecchisce facendo di ognuno di voi, un costruttore di Pace”. Al messaggio della Dirigente è seguito un minuto di silenzio accompagnato dal suono della sirena nel ricordo delle vittime di guerra; le vittime di ieri e le vittime di oggi.
Naturalmente non poteva mancare il contributo del Liceo Musicale; i giovani artisti, sapientemente guidati dai proff. Daniele Augruso, (coordinatore musicale), Diego Apa, (ensemble strumentale), e Giovanna Massara (che ha curato le voci soliste e il coro) hanno eseguito brani che nella storia della musica hanno lasciato un segno profondo: Imagine, Non mi avete fatto niente, A cosa serve la guerra, la guerra di Piero. Fondamentale l’intervento della prof.ssa Olinda Suriano che ha spiegato ai presenti l’impossibile convivenza tra dispotismo e democrazia, le coordinate geopolitiche e i sottili, vacillanti equilibri in seno all’Europa.
Suggestive le letture di alcuni studenti; preoccupazione verso tutto ciò che una guerra nasconde; la sofferenza di uomini e donne, la fanciullezza rubata ai bambini, l’odore di morte lungo le strade bombardate dalla cecità umana.
Per chiudere la mattinata, il Liceo Coreutico, con la consueta magistrale direzione del prof. Roberto Tripodi che ha adattato la coreografia, ha messo in scena “Echad Mi Yodea”, “un’opera in cui, una semplice fila ondeggiante di corpi apparentemente insignificanti, riesce ad ipnotizzare lo spettatore trasportandolo in una dimensione carica di significato, in grado di raccontare attraverso il potere del movimento la storia di ogni individuo che, imparando a spogliarsi di tutte le costrizioni e formalità che la società impone, ritrova il proprio autentico essere”. Il brano musicale così come la coreografia stessa ha rappresentato una denuncia contro la guerra.
Linguaggi diversi per dire il loro “no” alla guerra. Coraggioso omaggio alla Pace, unica strada percorribile per l’umanità!