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Amara terra mia: Anna Luana Tallarita racconta il dramma dell’emigrazione in “Frontiere fragili”

La valigia con lo spago.
E in quella valigia dell’attore il dramma dell’emigrazione. Il mondo che sta dietro all’andar via. Dalle radici, dalle tradizioni, dalla propria terra “Frontiere fragili”. Perché ogni uomo è una frontiera, che supera se stesso. Ma l’importante e che tale apolidismo non sia imposto. Che non si perda l’identità. Di un popolo.. così come la propria. E l’artista racchiude in sé, le contraddizioni della vita stessa. Lo spettacolo continua…dopo essere un migrante.
E il retroscena del camerino chiuso si apre alla scena, con la sua preparazione, il trucco e il cambio di abito. Spogliarsi dalla propria condizione per diventare altro da sé. Via il cappotto da emigrante e il vestito del tempo vissuto. Prima la sottoveste rossa indossata, segna la transizione…e poi le paillettes scintillanti, che brilleranno sul palco. Lo spettacolo continua. E intanto le immagini nella memoria scorrono dietro alla scena che si svolge. Il viaggio. L’abbandono. La speranza. E la valigia di cartone. Per quel sognato…mondo migliore.. “Amara terra mia” riecheggia nella commozione generale, ‘addio..addio amore…io vado via..’ canta la voce potente e sentita. Che racconta il dramma. E la bellezza della terra, degli uliveti.. il canto tradizionale abbruzzese, reso celebre da Modugno. Questo il tema affrontato dalla performance intensa e commovente che Anna Luana Tallarita ha proposto ad una silenziosa e attenta platea a Cinquefrondi, l’altra sera durante la manifestazione “Una Vita di Valore” promossa dall’Associazione Socio-Culturale “Progetto Donna”, inserita nel cartellone degli eventi estivi, ViviAmo Cinquefrondi Estate 2021. Nel corso della quale la PhDr Tallarita, ha ricevuto il premio per la cultura. Una forma di teatro canzone francese, sbarcata in quel di Calabria, in una rinfrescata sera di fine estate.