COSTRUIRE “PONTI UMANI”, LA LEZIONE DI SIVERIO AL “PIZI”

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Tra ingegneria e umanesimo, il progettista e rettore dell’Università E-Campus ha dialogato con le classi quinte dell’Istituto palmese: “Con le pietre che incontrerete nella vita sta a voi decidere se fare ponti o muri”

 

Un “Bridgeman”, un uomo-ponte. “Mi chiamano così per la mia ossessione”, confessa sorridendo. Perché il padovano Enzo Siverio i ponti li ha studiati, progettati in tutto il mondo, salvati e, soprattutto, amati. Docente di Tecnica delle Costruzioni e di Teoria e Progetto di Ponti all’Università di Venezia e, attualmente, rettore dell’Università telematica E-Campus, il professore Siverio esplora da anni anche il valore dei ponti in chiave culturale, come strumenti di connessione tra popoli, culture e credi. Un concetto al centro del suo ultimo libro, “Human Bridges – Ponti Umani”, presentato questa mattina all’Istituto d’Istruzione Superiore “Nicola Pizi” di Palmi, con un’affascinante lectio magistralis indirizzata agli studenti delle classi quinte del Liceo Scientifico.

L’INCONTRO – A fare gli onori di casa la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Domenica Mallamaci, che ha messo in evidenza l’approccio “poetico” del prof. Siverio ad una materia ricchissima di valenze culturali e simboliche: “Questo libro – ha dichiarato – ci ricorda l’importanza delle connessioni, del dialogo, esalta la capacità degli uomini di stabilire un collegamento unendo sponde e visioni contrapposte”. Immagine ripresa dal prof. Siverio nel suo dialogo con gli studenti: “Con le pietre che incontrerete nella vita, sta a voi decidere se costruire muri o ponti”. Attraverso una bella carrellata di strutture antiche e recenti presenti in Italia e nel resto del mondo, l’autore ha condiviso con i ragazzi del “Pizi” preziose riflessioni sul legame tra la progettazione ingegneristica, che non dovrebbe mai dimenticare la bellezza, e una visione umanistica: “Non basta saper progettare i ponti, – ha detto –  il collegamento bisogna poi avere il coraggio di attraversarlo per fare quell’incontro con “l’altro” che ci può arricchire. Pensate alla guerra in Bosnia e al bombardamento dell’antichissimo ponte di Mostar, che univa le due comunità religiose della città. Fu abbattuto proprio per simboleggiare la fine di una pacifica convivenza”.  Inevitabile, infine, un riferimento al progetto del Ponte sullo Stretto: “Potrebbe finalmente pacificare le due sponde di Scilla e Cariddi e connettere la Sicilia al resto d’Europa”. A concludere l’incontro con gli studenti il prof. Gianni Carbone, docente dell’Università E-Campus e del Centro di Formazione “Dante Alighieri” di Palmi. 

 

 

 

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