Gioia Tauro. Ospedale Chiuso il reparto di cardiologia


Ed è quindi arrivato il momento di dire basta. Non ci stiamo e non ci possiamo stare. E occorre dire alto e forte che siamo pronti a ricorrere con forza e determinazione a tutte le forme di lotta democratiche e civili affinché venga posta la parola fine alle continue “rappresaglie” nei riguardi di questa città.
L’ultima beffa, appurare da quotidiani locali, la decisione di far lavorare altrove i cardiologi di Gioia Tauro.
La noncuranza di informare e la tracotanza di effettuare scelte scellerate senza un tavolo comune, la dice lunga sulla gestione totalitaria dell’Asp di Reggio Calabria, che continua ad intraprendere decisioni autonome infischiandosene della salute del cittadino, che, pare, sia l’ultima cosa di cui si preoccupi il Direttore Generale.
Appare evidente al contrario, che dalla “stanza dei bottoni”, vi sia da tempo il più completo disinteresse alle problematiche sanitarie della Piana, per cui come Sindaco di Gioia Tauro –  e congiuntamente a tutta la mia Amministrazione Comunale –  sono costretto a denunciare per l’ennesima volta l’ulteriore ed inaccettabile mortificazione alla quale  i lavoratori e i cittadini gioiesi e della Piana  sono sottoposti.
La chiusura del Reparto di cardiologia dell’Ospedale Giovanni XXIII – scelta questa partorita dal più volte contestato  decreto del Presidente della Giunta Regionale  per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria – si dovrebbe concretizzare entro la fine del corrente  mese di Ottobre.
Non posso che manifestare  il mio  rifiuto incondizionato di fronte ad una scelta assurda, priva di alcuna giustificazione tecnica ed economica, assunta senza alcuna considerazione per le richieste dei cittadini e delle Istituzioni, mortificate nel loro ruolo,  finanche al punto dall’apprendere tali notizie dai giornali.
Non si riesce infatti a comprendere le ragioni logiche che inducono un’azienda sanitaria a sopprimere un reparto di eccellenza – continuando a remunerare il personale composto da dieci medici,  trasferito ad altra sede –  mantenendo al contempo la struttura ospedaliera gioiese  “vuota”. Tutto questo implementando il carico di lavoro dell’Ospedale di Polistena il quale – ed è superfluo sottolinearlo – non nasce né strutturalmente né sotto il profilo delle risorse umane impiegate, come Ospedale Unico e, pertanto, non è nelle condizioni di garantire servizi di qualità  a tutti i cittadini della Piana.
Mi stupisce e mi  rattrista la rassegnazione di parte delle Istituzioni che accettano nel silenzio scelte calate dall’alto e date quasi per scontate, inappellabili: come se la questione in ballo sia una di quelle di serie B, sulle quali non conviene attirare l’attenzione.
Il Sindaco di Gioia Tauro su questa vicenda non vuole restare e non resterà in silenzio, consapevole che tutti i lavoratori in pericolo e i cittadini di Gioia Tauro hanno un peso morale e politico e che in virtù di ciò aspettano risposte.
I tagli sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini non vanno a genio alla mia Amministrazione, soprattutto quando il presidio ospedaliero oggetto del ridimensionamento opera principalmente al servizio di una “polveriera” sulla quale non si può “sorvolare” e di un vastissimo bacino di utenza.
Se la riforma della sanità calabrese è un’esigenza insopprimibile per l’Azienda Sanitaria  non possiamo permettere che a farne le spese sia sempre e soltanto l’Ospedale di Gioia Tauro,  che per quanto sopra, ha il diritto ad essere tutelato in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale.
Indubbiamente per l’Amministrazione Comunale di Gioia Tauro la questione del Reparto di cardiologia gioiese resta una questione aperta. La porteremo avanti a livello Nazionale, coinvolgendo le più alte cariche della Repubblica. Perché il diritto alla salute dei cittadini è e deve essere il primo e unico interesse della politica vera, quella fatta delle lotte per l’affermazione dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale.
IL SINDACO DI GIOIA TAURO
Avv. Renato Bellofiore