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Gioia Tauro, presentati Il Male Inutile di Marco Lupis e Il Boss è Immortale di Massimo Nava

Nel panorama letterario italiano ci sono due libri che tutti dovrebbero leggere.
Uno è Il Male Inutile di Marco Lupis, Rubbettino Editore,che raccoglie le testimonianze di guerra di un reporter “di lungo corso”, inviato speciale e corrispondente in molte aree difficili del Pianeta.
Tragedie che troppo spesso, nel frenetico flusso mediatico dell’informazione, vengono subito archiviate, anche se si collocano dietro l’angolo dell’attualità e della storia.
L’operazione fatta da Marco Lupis, a lungo anche inviato de “Il Tempo” in giro per il mondo, in questo libro non è soltanto “memoria” di fatti terribili, di guerre e massacri più o meno dimenticati, ma è anche un preciso atto di denuncia affinché quelle ingiustizie e quegli orrori non vengano affidati all’oblio.
Per questo, scrive nella prefazione Janine di Giovanni – una delle più celebri corrispondenti di guerra dei nostri tempi con la quale Lupis ha vissuto fianco a fianco nell’inferno di Timor Est – “C’è bisogno di libri come questo. Di libri scritti da quelli che hanno fatto un lavoro come il nostro. Che non soltanto consiste nel raccontare– sui giornali, alla televisione o alla radio – le atrocità commesse dal lato più orribile della natura umana mentre queste accadono, ma anche nel non permettere che quegli orrori vengano dimenticati”.
Il Male Inutile è però al tempo stesso,anche confessione di vita dell’autore, biografia “intima” delle difficoltà e dei drammi personali che, come testimone di quei fatti terribili,il reporter Lupis ha dovuto affrontare e, in qualche modo, risolvere con la sua coscienza in tanti anni di lavoro “sul campo”.
L’altro libro è Il Boss è Immortale, Mondadori Editore del giornalista Massimo Nava.
Il rapimento di una ragazza inglese, un boss della camorra in fin di vita, i misteri e i drammi di Napoli sono gli ingredienti dell’intrigo che mettono a dura prova un ispettore dell’Interpol,il francese Bernard Bastiani e un colonnello dei carabinieri italiano.
Le indagini che i due personaggi condurranno da Lione a Napoli faranno nascere una solida amicizia fra personalità dai tratti forti sebbene differenti.
Lisa Miller, studentessa all’Istituto Orientale viene rapita in pieno giorno.
Si tratta della figlia di una ricca ereditiera, amante di Anastasio Carullo, un nobile spiantato, ultimo discendente del principe Raimondo di Sangro, protagonista controverso nella corte napoletana del Settecento. Alchimista e massone, il principe Raimondo era famoso per i suoi esperimenti sull’origine della vita e per la costruzione della sua Cappella votiva: un gioiello della scultura e dell’architettura nel cuore di Napoli.
Poco prima del sequestro di Lisa, dalla Cappella scompare la “macchina anatomica”, uno degli esperimenti più inquietanti tra quelli effettuati dall’antenato di Carullo. Si tratta di un corpo umano scarnificato e mummificato attraverso un procedimento rimasto segreto per secoli.
La collaborazione fra il carabiniere e l’ispettore, entrambi esperti di traffici di opere d’arte, apre uno scenario sconvolgente. C’è un misterioso collegamento fra il furto nella Cappella e il rapimento di Lisa. La scoperta avviene a Lione, città magica e massonica, da secoli collegata a Napoli da fili sotterranei e invisibili.
Bastiani scova a Lione un inquietante sacerdote ed esorcista che custodisce il segreto di Sansevero, trafugato al tempo della repressione della massoneria. Nell’ospedale della città si fanno ricerche ed eccezionali interventi chirurgici che aprono straordinarie frontiere scientifiche e sollevano le domande ultime sul prolungamento artificiale della vita, sul commercio e la sostituzione di organi. L’alchimia del Settecento cercava la pietra filosofale dell’immortalità. Che cosa cercano gli scienziati di Lione?
Sui poteri e sui contatti del sacerdote esorcista presso la Santa Sede, fa affidamento Carullo per uscire dai guai in cui si è cacciato. Il nobile ha fatto investimenti spericolati utilizzando a tradimento fondi dell’organizzazione di don Michele, potentissimo boss della camorra, ricoverato in fin di vita in una clinica di Napoli.
Lo conforta il dottor Bellini, amico d’infanzia.
Al capezzale cominciano a girare avvoltoi, fra cui Vito Sammanco, avvocato di famiglia che conosce affari e segreti dell’organizzazione.
Don Michele, come un principe del passato, ambisce alla continuità dell’impero e coltiva il sogno dell’immortalità.
Carullo si è impadronito del segreto del suo antenato e puó essergli d’aiuto. La leggenda di Sansevero narra che il cadavere del principe fu fatto a pezzi per risorgere alla nuova vita degli illuminati.
Esoterismo, massoneria, camorra, poteri oscuri in conflitto, ignobili ricatti daranno l’immortalità al boss e restituiranno la libertà a Lisa?
Ebbene, questi due romanzi e i loro autori sono stati i protagonisti di un incontro , fortemente voluto e organizzato dal Lab Donne di Gioia Tauro,che si è tenuto ieri sera nella raffinata location di Palazzo Baldari.
L’incontro si è aperto con i saluti della prof.ssa Teresa Napoli che, dopo i saluti istituzionali si è soffermata sull’importanza dei libri e della lettura, indispensabili per la crescita culturale e civile.
Subito dopo l’avv. Francesca Orefice e la prof.ssa Saveria Lollio hanno conversato con gli autori che, hanno raccontato le loro esperienze come inviati di guerra e la genesi e i contenuti dei loro libri.
L’evento è stato intervallato dalle letture di alcune pagine dei libri, da parte di Enza Versace e si è concluso con un conviviale rinfresco.
Caterina Sorbara