Gioia Tauro, Quale Futuro ? Intervista al Prof. Antonio Antonuccio

Le elezioni Amministrative si terranno a Gioia Tauro, probabilmente il 26 Maggio, metteranno fine all’ultimo Commissariamento ma lasceranno inalterati i dubbi, le incertezze e le ambasce sul futuro di una città afflitta da un debito vertiginoso , problemi endemici disoccupazione e le caligini di una mafiosità che alligna a l’ombra delle inerti grues del porto. Ad oggi sembrerebbero essere probabilmente sei gli aspiranti candidati Sindaco: Aldo Alessio, Nicola Zagarella, Diego Fusaro, Lino Cangemi, Raffaele D’Agostino e Salvatore Nardi.
Il prof. Antonio Antonuccio, esperto di organizzazione dei servizi sociali e criminologo; intellettuale di alto spessore, attento ed interessato alla analisi dei problemi e alla ricerca delle soluzioni ai problemi che attanagliano la città del porto e intorno ai quali lo abbiamo ascoltato

1) Che senso ha votare nella Gioia Tauro del dissesto, della disoccupazione, della decadenza del porto e del trionfo delle ndrine?
In ogni caso a mio avviso votare ha sempre un senso, in assoluto.
Basta solamente pensare alle energie che sono state spese affinchè l’ uomo potesse usufruire di questo strumento che gli permette di scegliere da chi essere rappresentato e come interloquire con questo suo rappresentante avendo la possibilità di rappresentargli, quali sono le esigenze della persona, intesa come persona inserita nel contesto sociale di riferimento.
Nel caso della città di Gioia tauro ha un senso solo se il senso è un progetto di affrancamento rispetto ai “pesi” che impediscono alla società di rinascere e volare alto.
2) Perché il voto in queste condizioni appare un artificio di apparente ripristino della legalità?
Guardi, questa secondo me è una domanda provocatoria, nel senso che “artificio” vuole sottolineare l’idea del “progetto deviato”.
In verità io non penso che siano tutti così, o meglio se ci sono soggetti che hanno pensato di organizzarsi per raggiungere il potere al Comune, ci sono anche dei candidati votati ad un progetto atto alla rinascita della città di Gioia Tauro, che non dimentichiamo è la capitale della Piana del Tauro e merita un importante progetto politico, affinchè abbia finalmente il posto che merita.
3) Come valuta il progressivo disimpegno della MCT rispetto all’esigenza di investire e dare lavoro? Potrebbe essere una strategia messa in atto in sinergia con le ndrine?
Intanto dobbiamo dire che MCT è ovvio che persegue la logica del capitale e del profitto, perché vede, sono aziende dimensionate che devono rispondere ai loro soci con il guadagno. Tuttavia l’attuale scelta strategica economica, è una diretta conseguenza di quello che è la mancata espressione del potere contrattuale della politica locale. Ad oggi non c’è una classe politica ben strutturata e quindi manca il potere contrattuale.
Non c’è un progetto politico!
4) La ndrangheta si combatte con la crescita civile e culturale. Una realtà in dissesto non garantisce l’una né l’altra. E il potere centrale snobba la Calabria…
Come uscire da questa spirale? Anche questa situazione dello sviluppo civile e culturale è legato in maniera coerente alla mancanza di un progetto politico.
Il potere centrale snobba la Calabria.
Ancora non hanno capito che bisogna andare alla ricerca di nuovi mercati e la Calabria ed in modo particolare Gioia tauro sono la “porta dell’Africa” che non può non essere il nuovo mercato. Quindi dove andare a fare economia. Come uscire da questa empasse? Solamente sollecitando le coscienze: imparando a lottare per i diritti, tra i quali l’erogazione dei migliori servizi sociali al cittadino.
Io ho sempre sostenuto che il grado di civiltà di un popolo lo si capisce dalla qualità dei servizi sociali erogati al cittadino.
Caterina Sorbara