Il degrado di Rosarno

Ripetutamente questa associazione ed il Patto di Solidarietà ha segnalato lo stato di degrado in cui versa la città di Rosarno e con specifico riferimento alla assoluta mancata integrazione delle migliaia di migranti che si trovano nell’area urbana e nel territorio circostante. E’ stato stimato che tra la città e il territorio limitrofo vi siano tra i 2000/4000 persone che vivono in condizioni disumane e senza alcuna assistenza o, comunque, sostegno. Si è segnalato all’amministrazione comunale ed al signor Prefetto di Reggio Calabria che le condizioni di vita di tali soggetti sono intollerabili e che era necessario ed indispensabile che assieme a misura tampone vi fosse una programmazione seria e che doveva guardare sia al numero massimo sostenibile dalla comunità e sia alla sistemazione corretta degli stessi in un progetto di vera integrazione. La risposta è stata solamente quella di realizzare una nuova tendopoli che nulla ha cambiato e che, invece, creerà momenti di tensione allorquando fra qualche mese vi sarà il ritorno dei migranti dalla Campania e dalla Puglia. E non si comprendono le parole del signor Prefetto Michele di Bari allorquando in occasione della apertura di tale tendopoli ha parlato di vera integrazione! Forse abbiamo delle visioni diverse. Questa struttura non è altro che la ripetizione di un ghetto che è stato solamente rinnovato. E poi vorremmo sapere e chiediamo espressamente al signor Prefetto chi è il soggetto gestore che dovrà garantire pasti, servizi e ordine. La vicenda narrata dalla Gazzetta del Sud relativamente alla povera rumena che ripetutamente deve essere soccorsa (quando avviene) è solamente una punta visibile del degrado in cui vive la nostra comunità e che potrebbe anche portare a reazioni impensabili. Già la sorella della suddetta persona è deceduta per le condizioni di abbandono e per la mancata integrazione effettiva. Ora, forse, si assiste inermi alla ripetizione dell’episodio per liberare la comunità da un personaggio scomodo. Ma, non è così che si opera. Infatti, vi sono delle leggi da rispettare per evitare ciò e per trovare delle soluzioni sia umanitarie che sanitarie che impegnano, in prima persona, l’Amministrazione Comunale che la Prefettura, anche in riferimento ai diversi soggetti che si trovano nelle identiche condizioni di disagio. Le Istituzioni non possono far finta di non vedere. Hanno un obbligo specifico di intervento che, sia sotto l’aspetto umano che sanitario, non possono ignorare. Rosarno è al collasso! Da una verifica della specifica Commissione Consiliare è emerso sia il degrado in cui vivono questi soggetti e sia la presenza di malattie che erano scomparse (TBC). Sarebbe inaudito che gli interventi venissero assunti dopo una eventuale epidemia o quando lo stato sanitario verrebbe a degradarsi al punto tale da divenire un pericolo per i cittadini. In tale contesto, senza nascondersi dietro un dito, sarebbe auspicabile che venisse aperto un serio tavolo presso la Prefettura di Reggio Calabria per ascoltare le associazioni ed i cittadini che vivono nell’area, oltre a tutti i soggetti interessati per assumere quelle iniziative non di facciata, ma reali e concrete, affinchè queste persone possano avere assistenza ed integrazione effettiva. Il silenzio equivale ad omertà e la Calabria è oramai stanca di silenzi che sono peggio delle condotte della criminalità organizzata. Specialmente se provengono da pezzi delle Istituzioni che dovrebbero invece tutelare i cittadini e far rispettare le leggi.    

Il Presidente: Francesco Rao

Il Portavoce: Giacomo Saccomanno