L’ anpi di Polistena sul Coronavirus

Aldo Polisena Vice Presidente ANPI Sezione Intercomunale di Polistena, in merito alla drammatica situazione che l’Italia e il mondo stanno vivendo, in una inviata agli organi di satapma afferma: ”Stiamo vivendo un senso di inadeguatezza e un nuovo smarrimento per una società abituata a vivere(nonostante la crisi partita nel 2008) pienamente in costante rapporto tra di noi. Tutto questo è scomparso a causa di un minuscolo virus che per forza, cambierà, per sempre le nostre abitudini e darà, inevitabilmente, il colpo di grazia all’economia calabrese e italiana.
Ieri sono uscito per motivi di necessità e ho registrato l’inadeguatezza nei comportamenti della gente(in una piccola parte per fortuna) a fronteggiare una crisi di questa portata.
Non serve fare la corsa ai generi alimentari; non serve fare incetta di medicinali; sono dannosi l’assunzione di atteggiamenti di “furbizia”.
Serve ritrovare quello spirito di solidarietà che esisteva prima dell’arrivo del
Covid-19”.
Continuando dice: ”E’ stato allucinante per me, come per altri, girare(sempre per motivi di necessità) nei paesi di Taurianova, Polistena, Cinquefrondi e vedere i negozi e i bar chiusi alle 18.00 e le piazze e le strade svuotate dalla presenza abitudinaria, che era, anche questa, una ricchezza, che rischiamo di perdere.
Ho notato che sono meno spaventati gli anziani i quali hanno vissuto momenti di profonda crisi: guerra, fame, terremoti, crisi economica, emigrazione.
Mentre invece sono più spaventati i giovani, i quali, avevano messo, giustamente, al primo posto della loro esistenza, lo “scambio”, “l’incontro”,”l’amicizia”.
E’ normale i nostri giovani affrontano per la prima volta un’ emergenza sconosciuta e incerta”.
Infine Polisena conclude:”Ci sono stati ritardi? Certamente!
Si è sottovalutato il problema? Certamente!
Si è fatto allarmismo? Certamente!
Però quello che conta adesso è fronteggiare l’emergenza rispettando quelle regole “surreali” ma necessarie.
Quello che conta veramente è ritrovare, nell’emergenza, il senso della vita nella “LOTTA”e nel saper reagire in un’ ottica di solidarietà.
Quando tutto finirà, così come hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri, alla fine della guerra, a ricostruire il Paese, NOI avremo il compito di ricostruire la nostra economia, i nostri rapporti e il nostro senso della vita”.
Caterina Sorbara