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MITI Unione del Sud – Quando anche la normale pioggia si trasforma in emergenza

Visto l’ennesimo danno in capo ai cittadini, mezzi ed attività commerciali, dopo un normale acquazzone stagionale e considerate le dichiarazioni fuorvianti del sindaco di Reggio Calabria, ci sembra doveroso fare delle precisazioni affinché la parte raziocinante della comunità locale non venga trattata al pari dei sodali che si fanno andar bene qualsiasi cosa per opportunismo o interessi personali.

Non ci sta bene infatti che a causa della mancata manutenzione ordinaria delle caditoie, dell’adeguamento delle reti fognarie, dei canali di deflusso  e delle fiumare, nonché della mancata raccolta e smaltimento dei rifiuti, un normale acquazzone diventi puntualmente una minaccia per la sicurezza pubblica e per l’economia locale.

Inoltre l’allagamento di intere zone della città insieme alla mancata manutenzione delle strade, con la conseguente formazione di buche (in alcuni casi veri e propri crateri), amplifica il rischio di danni in capo alle persone ed ai beni privati  visto che diviene impossibile accertare l’integrità del manto stradale che si sta percorrendo. 

Se quanto sopraindicato corrisponde alla realtà ci sentiamo presi in giro quando il sindaco esordisce con delle finte scuse per poi rifugiarsi nei soliti esoneri di responsabilità e lo prova il fatto che il primo cittadino riguardo l’acquazzone precisa sia stato un “evento inatteso, la protezione civile regionale aveva diramato un’allerta gialla mentre poi sono caduti 60 mm d’acqua in poche ore e noi ci siamo fatti trovare impreparati”.

Chiediamo ai lettori se queste parole sembrano delle ammissioni di responsabilità o delle giustificazioni?

Nel mese di dicembre (non certo in pieno agosto) l’amministrazione di una città capoluogo di un’Area “Metropolitana”, tra l’altro al secondo mandato, come può ritrovarsi impreparata ad affrontare un acquazzone?

Non è di certo la prima volta che una forte pioggia provochi l’allagamento della città a causa della cattiva gestione del territorio, pertanto se non si svolge alcuna misura preventiva né la dovuta manutenzione ordinaria è inevitabile che si verifichino danni in capo alle persone ed ai beni privati.

La questione da portare all’attenzione della collettività va concentrata pertanto su chi risponderà di tali danni?!

La normativa e l’organizzazione della pubblica amministrazione prevedono che vi siano dei responsabili riguardo la tutela della salute e della sicurezza pubblica, prevedono che vi siano dei responsabili per l’elaborazione di programmi annuali e pluriennali di gestione del territorio, così come vi devono essere dei responsabili per la mancata erogazione di un servizio pubblico, soprattutto se consideriamo l’imposizione di tributi locali con la percentuale più alta d’Italia.    

Non accettiamo più pertanto né dal Sindaco, né dagli altri responsabili politici e amministrativi, che attraverso delle semplici dichiarazioni di rito finisca come sempre a “tarallucci e vino”.

Ciò vale non solo per la vicenda in questione ma anche per i disservizi idrici, la periodica emergenza rifiuti, il fallimento del settore sanitario, il degrado delle infrastrutture e dei collegamenti.

Basta!! La misura è colma!

Pretendiamo che i rappresentanti istituzionali, i quali possiedono gli strumenti amministrativi per agire nelle sedi preposte, non vadano più sui media a rilasciare semplici dichiarazioni d’intenti, usare verbi futuri o condizionali. Pretendiamo che gli organi responsabili, secondo legge, provvedano a rendicontare quanto è stato fatto, con atti concreti e misurabili in termini di benessere collettivo, anziché disegnare un quadro astratto e differente dalla realtà.

Se invece non si è in grado di mantenere quanto decantato sui quotidiani o in campagna elettorale allora le scuse più sincere sarebbero quelle accompagnate dalle dimissioni.

Ma lasciamo che a giudicare sia l’intera comunità locale e se questi ripetuti disservizi serviranno a far acquisire maggiore consapevolezza sarà appunto la maggioranza dei cittadini a decidere se continuare a vivere in tali condizioni o cambiare amministrazione e metodo di gestione del territorio.

Naturalmente non ci rivolgiamo solo nei confronti della maggioranza politica che siede nei palazzi istituzionali ma anche alla cosiddetta opposizione visto che fin oggi abbiamo assistito ad un sistema partitocratico, e di finte liste civiche al seguito, la cui attività è tesa principalmente a raccattare consensi sulle parole invece che sui fatti o sull’emanazione di atti concreti in seno alle assemblee decisionali.

Uno di tanti esempi è il fatto che nessun consigliere, della precedente ed attuale amministrazione, abbia portato alla delibera del Consiglio Comunale il piano di gestione integrata dei rifiuti che da semplici cittadini abbiamo elaborato, depositato e discusso nel 2016 in commissione tecnica comunale. Inoltre, nonostante le integrazioni e gli ulteriori scambi di comunicazione nel corso del 2019, il documento programmatico, in grado di abbattere l’emergenza ambientale e la pressione tributaria, resta ancora in attesa di una delibera.

Altra vicenda riguarda il silenzio di tutti i membri del consiglio comunale sull’attuale Regolamento sui Comitati territoriali, deliberato in sordina il 13 agosto 2020, nel quale atto amministrativo viene impedita la libera formazione dei comitati territoriali ed esclusa la partecipazione dei comitati di quartiere alla gestione della risorse pubbliche, mentre, al contrario, è stato creato un meccanismo di cooptazione per favorire i soliti carrozzoni politici.

Altro esempio ancora riguarda la questione aeroporto, quale infrastruttura su cui tutti continuano a costruire la propria propaganda mediatica, a presenziare nelle manifestazioni, ma al momento di porre in essere delle azioni risolutive ci ritroviamo, come Comitato pro aeroporto dello Stretto, a dover agire da soli sin dal 2016.

Potremmo continuare ancora ma poiché non vogliamo passare altri anni ad elencare ciò che non è stato fatto, ci preme evidenziare ciò che può essere svolto concretamente per migliorare le condizioni del luogo in cui viviamo.

E’ giunto il momento quindi che tutti si assumano la propria responsabilità, amministratori ed amministrati, poiché chi non svolge le azioni per cui ha ricevuto un mandato, e viene retribuito, allora è altrettanto doveroso da parte dei cittadini porvi rimedio.  

Ecco perché tutti coloro, singoli o associati, che sono veramente stufi di ascoltare fiumi di parole a cui non seguono i fatti, sono invitati ad aderire alla rete virtuosa di cittadini che abbiamo avviato sul territorio.

 

Per il MITI Unione del Sud

il presidente Fabio Putortì