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Porto Gioia Tauro; SUL, sacrificato in favore lobby del nord

Ad oggi non c’e’ stato e sembra non esserci nessun esponente politico candidato in Calabria che abbia messo nel suo programma la tutela della piu’ importante fonte di reddito calabrese. Nessun partito politico e nessun candidato sembra abbia capito che se le istanze piu’ volte avanzate non verranno attuate, il rischio e’ che ci potremo vantare che a Gioia Tauro c’era un porto che dava occupazione a 1200 lavoratori, che era tra i migliori del mondo per performance e professionalita’, che era la piu’ importante fonte di reddito calabrese e che purtroppo e’ stato sacrificato per soddisfare la famelica politica della lobby dei porti del nord”.
”Forse ci si illude – afferma ancora il Sul – che il porto sia in ripresa e che non ci sia piu’ bisogno dell’attenzione della politica. E’ falso perche’ i numeri forniti nelle scorse settimane dal terminalista relativi ad un aumento del 18% dei traffici 2012 rispetto all’anno precedente rappresentano, e’ vero, un’inversione di tendenza, importante perche’ realizzata in un periodo di recessione, ma la verita’ e’ che dal 2008 al 2011 Gioia Tauro progressivamente ha perduto circa un terzo del proprio traffico e questo si sta traducendo nella Cassa integrazione straordinaria per circa 400 lavoratori.

Quattrocento famiglie che stanno rinunciando, per causa di forza maggiore, a parte del loro reddito per il quale non e’ stata attivata alcuna procedura di sostegno da parte della Regione Calabria, che sta venendo meno agli impegni assunti. Perche’ non si sono ancora realizzati i percorsi di politica attiva? A che punto e’ la realizzazione del tanto pubblicizzato Gateway ferroviario? La prospettiva che sfugge alla nostra miope politica e’ che alla fine del periodo di Cassa integrazione, se le cose resteranno cosi’, ci saranno, nella migliore delle ipotesi, 250 lavoratori fuori dal ciclo lavorativo. Non c’e’ piu’ tempo da perdere, quindi”.