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Rosarno, la minoranza scrive al Ministro Minniti e al Prefetto Di Bari

Al signor Ministro degli Interni, On. Marco Minniti, ROMA

Al signor Prefetto, dottor Michele di Bari, REGGIO CALABRIA

Nella riunione tenutasi presso la Prefettura di Reggio Calabria, nella data del 29 agosto 2017, a seguito della richiesta avanzata dal Gruppo di Minoranza Consiliare del Comune di Rosarno, è emerso che qualche cosa è stato fatto per la nota questione dei migranti in riferimento alle necessità abitative, anche se insufficiente, ma nulla è avvenuto o è stato programmato per la loro effettiva integrazione. In considerazione di ciò il Gruppo di Minoranza ha chiesto alla Prefettura un cambio di passo ed ha consegnato, per il tramite dello scrivente, una idea progettuale per procedere in tal senso. Le parti in tale riunione hanno concordato all’unanimità che sulla integrazione nulla era stato fatto e nulla era stato programmato. Un vulnus pesantissimo se si pensa che il territorio di Rosarno ospita da oltre 20 anni migliaia di migranti e nel 2010 ha subito una pesantissima rivolta. L’istante, in tale occasione, ha ribadito che una situazione eccezionale come quella di Rosarno ha necessità di misure straordinarie ed ha incalzato la Prefettura ad assumere tutte quelle iniziative indispensabili per iniziare un vero e concreto percorso di integrazione effettiva. Lo stesso Ministro Minniti, in occasione di un intervento alla Confartigianato Summer Schol del 05.09.17, ha dichiarato “ Se alziamo gli occhi e vediamo quello che è successo da Charlie Hebdo in poi, vediamo che chi ha fatto gli attentati non è venuto dalla Siria, ma era figlio dell’Europa, figlio di una insufficiente integrazione”. Quindi, oltre ad arginare le presenze, il piano del Viminale -ha affermato il Ministro- è spingere per una vera integrazione perché la ghettizzazione si lega a stretto giro con il terrorismo: “Una società più integrata è una società più sicura, e che può sostenere anche la sfida del terrorismo internazionale”. Nel prosieguo, il Ministro ha affermato che bisogna avere “il coraggio di affrontare il tema di coloro che sono nati da cittadini che lavorano nel nostro paese e che sono regolari”. Ebbene, signor Ministro, noi concordiamo con Lei, ma alle parole devono seguire i fatti: a Rosarno vi sono oltre 2/3.000 migranti che vivono in condizioni impossibili e che non sono stati mai interessati da un progetto di vera integrazione. Anzi! La popolazione ha subito per oltre 20 anni la loro presenza in condizioni disumane ed ha cercato, per quanto possibile, di sostenerli, ma con interventi più che limitati. L’insofferenza e le condizioni inumane in cui vivono ha prodotto una devastante rivolta nel 2010. Da allora tante promesse, ma nulla di concreto. Solamente qualche intervento tampone, che a volte ha peggiorato la situazione (la nuova tendopoli per circa 500 persone, ne ha lasciato fuori oltre 1.000!). In tale contesto si sono registrati numerosi casi di TBC per i quali non vi è stato nessun intervento strutturale da parte delle Istituzioni. La bimba contagiata a Trento e deceduta poi a Brescia per la malaria è un campanello di allarme che deve far riflettere. Cosa potrà succedere nella Piana di Rosarno se dovesse estendersi la TBC? Specialmente se non viene presa in seria considerazione la gravità della situazione! In tale contesto di estrema difficoltà si aggiunge il pesante indice di povertà che ha colpito il territorio di Rosarno per la evidente mancanza di lavoro e per un condizionamento pesante della criminalità organizzata che controlla il territorio e le poche attività economiche. La crisi dell’agricoltura poi ha fatto il resto per uccidere una comunità. Elementi questi che devono far riflettere e devono portare, per come emerso nella riunione in Prefettura, a considerare il caso Rosarno come eccezionale. Ed allora dinnanzi a momenti eccezionali le Istituzioni devono precedere con interventi straordinari. E’ inutile che si continui a prendere provvedimenti tampone ignorando -volutamente- che trattasi di una situazione difficile, eccezionale e che potrebbe da un momento all’altro scoppiare: epidemia e/o rivolta. Le chiedo, anche a nome di quasi tutti i cittadini del territorio e delle forze politiche sane e che vogliono tentare di risolvere tale pesantissimo problema, di aprire seriamente la luce sul “caso Rosarno” e, con la partecipazione delle associazioni e della comunità tutta, che ha dimostrato sempre maturità e solidarietà, affrontare concretamente la metodologia della indispensabile integrazione assumendo quei provvedimenti straordinari, essenziali e doverosi anche per sostenere una città allo stremo. Se nulla dovesse emergere a brevissimo vuol dire che anche Lei fa parte dei politicanti che annunciano solamente. Io che la conosco molto bene penso che Lei darà certamente delle risposte concrete, ma saranno i fatti a confermare o sconfessare il mio pensiero. Abbia signor Ministro quel coraggio che ha sempre richiesto.

Giacomo Saccomanno ex Sindaco