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Sogas ai sindacati: Oltre la conciliazione, prospettiva produttività

foto_Presidente_SOGAS_PorcinoLe iniziative messe in campo per salvare l’Aeroporto dello Stretto. Convocata l’Assemblea dei Soci per il prossimo 14 ottobre. Concessione ad un passo, ma serve maggiore responsabilità

L’appello del Presidente Porcino: “buttare via lo scalo oggi, dal punto di vista del territorio, è uno sbaglio gigantesco”

 

ipotesi percorribili che come management intendiamo mettere in campo.  Ma non solo.

Infatti, è tempo di decisioni importanti. Come, ad esempio, quella già intrapresa di cedere la gestione del ramo di azienda relativo all’Handling. A tal proposito, abbiamo già ricevuto alcune offerte da parte di operatori specializzati che hanno aderito al nostro avviso pubblico manifestando il loro interesse. È tempo di superare i paradossi e gli eccessi del passato: serve un bagno di umiltà soprattutto da parte di chi ha avuto di più in questi anni in azienda essendo dalla stessa maggiormente beneficiato. Tutti dirigenti e soggetti responsabili ai quali oggi viene richiesto un sacrificio per il bene di tutti nella loro piena consapevolezza che oggi occorre per salvare la Sogas dare un segnale di maturità e di rottura con il passato. In altre parole serve accettare l’idea di una razionale e ragionata riduzione dei super-stipendi degli apicali, oggi non più altrimenti sostenibili o giustificabili in Sogas. 

aeroporto-reggio-calabria-360x240Sempre tra le iniziative da definire vi è poi il processo di internalizzazione dei servizi di Security, da implementarsi con l’affidamento in capo al Gestore di nuovi e remunerativi servizi.  Questo andrebbe fatto nell’immediato per salvare la società, il che produrrebbe solo effetti benefici garantendo la sopravvivenza della Società di Gestione e la massima tutela occupazionale. Le soluzioni quindi ci sono, possono anche essere dolorose e richiedere altri sacrifici. Se solo servisse a qualcosa, non esiteremmo nemmeno un minuto a metterci in discussione pur di condividere e raggiungere gli obiettivi di questo reale percorso di cambiamento per il bene dell’Aeroporto. Non siamo innamorati della nostra scottante poltrona”.

 Attuando questi provvedimenti arriveremmo in tempi brevi anche alla concessione totale. Solo allora sarà possibile pensare ad una seria privatizzazione di almeno il 51% della proprietà quale soluzione duratura e definitiva per la salvezza di Sogas.

Noi pensiamo ad un processo di privatizzazione che affidi ovviamente anche la gestione e la responsabilità della governance della Sogas a chiunque deciderà di investire il proprio denaro scommettendo sullo sviluppo e sul futuro dell’Aeroporto dello Stretto. L’introduzione di logiche strettamente imprenditoriali e meritocratiche, la conduzione dell’azienda improntata a logiche specialistiche e manageriali di stampo privatistico non potrà, infatti, che fare molto bene alla Sogas. Sono queste le condizioni indispensabili che devono verificarsi, affinché l’Aeroporto dello Stretto diventi realmente appetibile e competitivo, per iniziare davvero ad attrarre nuove compagnie aeree capaci di attivare nuovi e remunerativi collegamenti con altre destinazioni.

PHOTO_apron_REG_airportÈ questo il dialogo che vorremmo sin da subito riaprire con Confindustria e con la classe imprenditoriale, se solo ci lasciassero lavorare. Bisogna essere realisti: la Regione fino ad oggi non ha investito granché né ha creduto davvero nelle enormi potenzialità dell’Aeroporto dello Stretto; la Provincia tra poco subirà radicali trasformazioni  e anche la Camera di Commercio si avvia a un cambiamento. Il prossimo Sindaco di Reggio Calabria inevitabilmente sarà protagonista di questo cambiamento e dovrà misurarsi anche con le questioni relative all’Aeroporto dello Stretto, sebbene oggi possa contare ancora su limitate risorse. Le forze su cui fare affidamento sono sempre meno. 

Cercheremo sostegno ai Comuni del costituendo hinterland metropolitano, alle vicine istituzioni di Messina e delle isole Eolie, sempre cercando investitori per lanciare l’aeroporto, non ‘rilanciare’, visto che fino ad oggi ha sempre galleggiato”. Il sentiero sembra stretto. Senza nuove risorse il Tito Minniti è destinato a chiudere.

 “C’è bisogno di qualcuno che paghi il servizio – continua Porcino – oggi gli equilibri di mercato non lo consentono. Se non si trova, l’aeroporto non può continuare così”. Lo scalo per funzionare richiede circa 300mila euro al mese”. L’appello dell’amministratore va al territorio, inteso come industriali e istituzioni: “E’ l’unica cartuccia da sparare da qui a 20 giorni. Per un investitore strategico occorre tempo. Ora può solo intervenire il territorio, mettendo risorse almeno per sei mesi, per garantire il funzionamento dello scalo”.

“I miracoli – prosegue – possono sempre accadere, ma non ne vedo all’orizzonte. La crescita passeggeri per il Tito Miniti è certa ed ancora possibile, Catania e Lamezia vanno verso la saturazione. L’aeroporto di Reggio Calabria tra cinque anni è destinato a essere necessario. Buttare via lo scalo oggi, dal punto di vista del territorio, è uno sbaglio gigantesco”. Lo scalo –  conclude Porcino –  “costa intorno ai 3 – 3,5 milioni di  euro all’anno. Confidiamo nel supporto pieno e incondizionato da parte del Socio Provincia, nella persona del suo Presidente Dott. Giuseppe Raffa, l’unico fino ad oggi che ci siamo ritrovati accanto. Desidereremmo il sostegno reale e non solo fatto di annunci ad esempio da parte della Regione, che recentemente si è rivolta ad altri aeroporti indebitati ma non a Reggio Calabria: forse non si sta facendo sistema nel modo corretto. Stiamo cercando di arrivare al traguardo e siamo ormai ad un passo, ma serve che l’aeroporto rimanga aperto. Rischiamo di perdere una potenzialità: abbiamo già perso l’Alta Velocità, i collegamenti veloci con la Sicilia, se succede con l’aeroporto è una fondamentale perdita prospettica”. I tempi, fino all’assemblea dei soci del prossimo 14 ottobre, sono strettissimi ma l’idea su come salvare l’aeroporto c’è, adesso serve concretamente che i soci intendano onorare gli impegni che hanno assunto  facendo arrivare le risorse allo scalo per garantirne la sopravvivenza.