Operazione “Onorata Sanità”, confiscati beni per un valore di 600 mila euro a Crea. VIDEO

carabinieri-sequestro02 dicembre 2015, in Melito Porto Salvo (RC) il Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria ha proceduto, in esecuzione di decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, alla confisca di n. 2 terreni, siti in quella località San Giuseppe, per un valore stimato in € 600.000,00, nei confronti di CREA Domenico, di anni 64 da Melito Porto Salvo, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “ONORATA SANITÀ”, condotta da quest’Arma nel gennaio del 2008.

I due terreni confiscati erano già stati oggetto di sequestro preventivo, eseguito dai Carabinieri nel novembre del 2009, unitamente ad altri beni, anch’essi già sottoposti a confisca nel maggio del 2011, tra cui la clinica “Villa Anya” ed il patrimonio mobiliare ed immobiliare del CREA.

 

 

CREA Domenico veniva arrestato in data 28.01.2008, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura Distrettuale, nell’ambito della citata operazione. In particolare, l’attività investigativa, che originava dall’omicidio dell’on. Francesco FORTUGNO, vicepresidente del Consiglio Regionale, perpetrato a Locri il 16 ottobre 2005, consentiva di evidenziare l’operatività di un’associazione di tipo mafioso finalizzata al controllo elettorale (con riferimento alle elezioni regionali della Calabria del maggio 2005) ed alla gestione amministrativa del comparto della sanità pubblica e privata. Gli elementi emersi nel corso delle indagini documentavano le attività di alcune delle principali “locali” di ‘ndrangheta della zona jonica di Reggio Calabria, in cui operava la cosca MORABITO-ZAVETTIERI, impegnate per sostenere la candidatura di CREA Domenico, poi nominato assessore e già in precedenza investito di altre cariche istituzionali. L’indagine, inoltre, faceva emergere condotte delittuose finalizzate alla commissione di reati di truffa, falso, abuso d’ufficio ed altro, posti in essere nella gestione della clinica privata denominata “Villa Anya”, di proprietà della famiglia CREA.