Il Cammino dello Spirito, Domenica delle Palme Anno C a cura di Don Silvio Mesiti

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DOMENICA DELLE PALME

Fil. 2, 6-11

“Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma, assumendo la condizione di servo, è apparso in forma umana …”

Con la domenica delle palme si conclude il periodo di quaresima, per celebrare e vivere, durante la settimana santa, il mistero della passione, morte e resurrezione di Gesù, fattosi uomo, come ognuno di noi, per salvarci.

Egli, come vero messia e re dell’universo, entra trionfalmente a Gerusalemme, accolto dalle folle, che lo avevano seguito durante tutta la sua vita pubblica, al grido di: “OSANNA AL FIGLIO DI DAVIDE, BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE”.

Ma a differenza dei re e dei potenti di questa terra, egli entra nella città santa, su un mite asinello, accolto dalla folla delle persone povere e dei bambini, i quali scuotono con entusiasmo rami di ulivo, segno di gioia, di speranza, di amore e di pace.

In questo contesto, divenuto uomo come noi, e consapevole della missione, affidatagli da Dio, fa memoria ed accoglie quanto il profeta Isaia aveva preannunciato di Lui: “Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato”.

Il racconto della sua passione e morte, prima della resurrezione, che il Vangelo di Luca ci propone, e su cui siamo chiamati a meditare durante tutta la settimana santa, fino al giorno di Pasqua, ci fa rivivere, pregando, questa visione profetica.

Luca, nel suo vangelo, inizia il suo racconto con la descrizione dell’ultima cena, “Quando venuta l’ora, GESÙ prese posto a tavola, e gli apostoli con lui, dicendo loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione”.

Quanto l’evangelista narra, riferendosi agli apostoli, ci interpella, ci coinvolge e ci impegna personalmente, ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, con la santa messa, quali veri protagonisti e non semplici spettatori, con Cristo, il quale “prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME … E che, “dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi, FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME”.

È un compito che GESÙ, FATTOSI PANE, ED AFFIDANDOCI LA SUA MISSIONE COL CALICE, DA BERE, affida a ciascuno di noi quando afferma: ” chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua “.

Si tratta di condividere le sofferenze ed i dolori di tutti gli uomini, senza distinzione, come ci descrivono tutte le stazioni della via crucis, con cui abbiamo pregato durante la quaresima, vittime ancora di odio, ed ingiustizie che provocano violenza e guerre, che ci trovano spesso indifferenti, chiusi in un rapporto con Cristo, solo formalistico, lontani dal comandamento della sua carità verso il prossimo, come appartenenti alla sua autentica CHIESA.

Don Silvio Mesiti

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