Longo: LSU E LPU, STABILIZZARE I PRECARI CALABRESI

 

 

L’istituzione periodica di tavoli di confronto locali e nazionali, oltre a soffiare fumo negli occhi, ha prodotto soltanto il dubbio crescente che manchi una sincera volontà politica per la risoluzione di una annosa emergenza lavorativa e, soprattutto, umana. La legge di stabilità appena varata infatti tace su questa problematica e il recente incontro tra i vertici della Regione Calabria e il sottosegretario Patroni Griffi si è rivelato l’ennesimo buco nell’acqua.

L’azione di protesta che i precari Lsu/Lpu stanno portando in piazza e nei luoghi di lavoro dal 19 settembre scorso dunque non solo rimane attuale ma deve essere sostenuta e incoraggiata fino a quando non saranno individuate e impegnate le somme necessarie per il pagamento delle indennità maturate fino a oggi e per le proroghe dei progetti. Sarebbe altresì opportuno che alla vertenza di martedì 12 novembre davanti a Palazzo Campanella, durante lo svolgimento del consiglio regionale, i lavoratori siano affiancati da tutti quei sindaci che più volte si sono detti consapevoli della indispensabilità di questi 5000 precari pur tuttavia rimanendo, spesse volte, ai margini del dibattito.

La Regione Calabria può e deve impegnarsi per la risoluzione di queste problematiche, non solo intervenendo anche in sede di assestamento di bilancio per trovare le risorse necessarie a garantire la copertura finanziaria alla corresponsione delle indennità, bensì anche nella ricerca di risorse utili ad assicurare una definitiva stabilizzazione di una classe di lavoratori a cui da tempo ormai è negata l’essenziale dignità del lavoro. Anche per questo motivo ho sollecitato la deputazione di Sel intervenuta venerdì scorso a Polistena a portare in Parlamento l’istanza dei precari, inserendo nella discussione sulla legge di stabilità l’opportunità di una deroga al patto imposto ai Comuni, per l’inserimento in forma definitiva degli Lsu/Lpu nelle piante organiche degli Enti e il reperimento delle risorse adeguate al fabbisogno finanziario del loro utilizzo.

Risulta chiaro come soltanto la sinergia tra amministrazioni e istituzioni possa porre fine a una emergenza non più rinviabile e come il consiglio di martedì prossimo non debba sortire l’ennesima toppa, nella forma della copertura a una o due mensilità arretrate, ma un piano concreto e strutturale per la risoluzione rapida di un disagio più che decennale. Non è una impresa impossibile, come dimostra l’esempio della precedente giunta provinciale di centrosinistra guidata dal presidente Giuseppe Morabilto, che tre anni or sono stabilizzò tutti gli Lsu/Lpu impegnati nella provincia di Reggio Calabria: è sufficiente una genuina volontà politica.

Ecco perché sarò presente alla mobilitazione del 12 novembre, nella speranza che la Regione raccolga finalmente l’istanza di questi lavoratori e, di concerto con le parti sociali e il Governo, s’impegni a trovare delle formule efficaci per svuotare una volta per tutte il bacino dei precari calabresi.