CLAUDIO CORDOVA ALLE MUSE: LA CALABRIA CAMBIERA’ SE DIVENTERA’ CASO NAZIONALE
Un numerosissimo pubblico ha seguito con passione ed interesse l’animata domenica presso la Sala d’Arte “Le Muse” di Reggio Calabria, in occasione dell’incontro con il giornalista Claudio Cordova, fondatore del quotidiano online “Il Dispaccio” e autore del libro “Gotha. Il legame indicibile tra ‘ndrangheta, massoneria e servizi deviati”.
L’evento inserito nelle domeniche del Laboratorio delle Arti e delle Lettere reggino è stato organizzato in collaborazione con la Fidapa BPW Reggio Calabria. In apertura di manifestazione il presidente Giuseppe Livoti ha ricordato come Cordova fa parte di quella generazione di giornalisti che ha abituato il pubblico a scoprire eventi e situazioni, lontani spesso dalla gente comune, informando e pubblicando inchieste che, pur se destano clamore raccontano verità autentiche ed a volte amare. L’occasione della presentazione dunque non è occasionale – ha ribadito- Livoti, poiché Cordova, nelle nostre programmazioni annuali, da sempre è presente con la sua voce e nella massima libertà di contenuti e storie. La manifestazione ha visto i saluti di Francesca D’Agostino – vicepresidente de “Le Muse” convinta sempre di più che le associazioni hanno l’obbligo di raccontare anche la vita istituzionale, sociale e politica tra pregi e difetti pur con personaggi che animano i diversi contesti, mentre Wanda Albanese De Leo – presidente Fidapa BPW Reggio Calabria, si è soffermata sulle interazioni tra associazioni e sodalizi che rafforzano così, il loro ruolo culturale e di divulgazione, poiché insieme si può solcare un percorso comune come quello tracciato in occasione dei ventanni de “Le Muse”. La presentazione ha visto l’introduzione attenta, meticolosa ed accurata con abilità descrittiva della prof.ssa Titti Strano Polimeni – docente di discipline letterarie e past president Fidapa, la quale è partita dalla meticolosa ricerca dell’autore, dalla puntuale ricerca delle fonti, atti giudiziari, alcuni inediti e molto interessanti che proiettano una luce nuova su avvenimenti ancora oscuri di cui la ‘ndrangheta si è resa protagonista: dai fatti di Reggio al processo Gotha in un ampio spazio temporale di circa 50 anni con vari riferimenti ed approfondimenti sulla “masso-mafia”. Cordova esamina i moti del 70, la rivolta di Reggio forse troppo esaltata dai più come evento nato spontaneamente dal popolo della città continua la Strano, la rivolta con collegamenti alla eversione nera, o ancora la latitanza di Franco Freda ricercato in tutta Italia, ed ancora gli anni settanta, le mani sul Decreto Reggio, fino ad approdare alla Santa (derivazione della ‘ndrangheta che diventa commistione tra mafia e massoneria).
Claudio Cordova nel suo intervento e nell’interazione con il pubblico e le sue richieste, ha gridato con forza che la nostra ‘ndrangheta va combattuta come male che parte dal summit di Montalto del 26 ottobre del 1969 da dove si ha la fotografia plastica della ‘ndrangheta come verità e proprio da questo contesto oggi si puo’ parlare dell’esistenza di due verità una storica ed una giudiziaria. Nella nostra città emergono amicizie, relazioni e collegamenti tra uomini di altissimo livello e cosche che gestiscono un sistema di potere capace di rafforzarsi, rigenerarsi e mutare nonostante le sanguinose guerre tra clan, le morti e gli arresti. “E’ necessario informare e determinare conoscenza per predisporre all’indignazione in un percorso di sensibilizzazione democratico per la giustizia, la verità, l’uguaglianza” così come scrive Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia, all’interno della prefazione di “Gotha” ha concluso la prof.ssa Titti Strano perché solo attraverso la conoscenza possiamo costruire la Calabria del domani, una Calabria che si libererà -ha sostenuto Cordova- solo nel momento in cui le nostre problematiche diventeranno “Caso Nazionale” e non “locale”.