Vertenza infocontact, a rischio 1800 posti di lavoro

La vertenza infocontact che sta interessando il nostro territorio con il rischio che 1800 lavoratori perdano il posto di lavoro, non è che l’ultima di una serie di analoghi casi che da un po’ di anni stanno scoppiando in Italia, in particolare nel meridione, dove appunto sono operative questo genere di aziende.  Convocazioni di Consigli comunali, partecipazioni di vari esponenti politici nei presidi organizzati dai lavoratori e vari appelli lanciati da più parti per ottenere un qualcosa di concreto indirizzato alla salvaguardia di questi posti di lavoro, servono purtroppo a ben poco, se nei tavoli di crisi aperti dai rappresentanti del governo nazionale non si giunge ad una soluzione concreta per la definitiva tutela dei lavoratori impiegati in questo settore. Affermo questo dal momento che già sono risultati infruttuosi gli sterili impegni del governo nazionale per altre aziende di call center impelagate in questa crisi senza fine che investe e mette al tappetto speranze ed aspettative di migliaia di posti di lavoro. In ragione di tutto questo con l’ultima vertenza del settore relativa all’Infocontact, il governo non deve limitarsi ad aprire il Tavolo di crisi e di trattative se, nel più breve tempo possibile non si procede col varare una legge che regoli l’intero settore e che miri una volta per sempre nello spezzare quell’odiosa consuetudine di gare al ribasso e di selvagge ed incontrollate delocalizzazioni ponendo cosi fine alla macelleria sociale in cui migliaia di lavoratori del settore sono sempre più travolti. Mi chiedo per quale motivo il governo italiano da tempo a conoscenza di questa crisi del settore e di tutte le cause che l’hanno prodotta non si è mai adoperato per intervenire con una legge apposita evitando cosi il perpetrarsi di sempre più aziende del settore dei call center falcidiate da gare al ribasso e da ricatti vari? La travagliata vicenda Infocontact poteva essere già affrontata e risolta da mesi se si fosse intervenuto per tempo,andando anche a rivedere gli incentivi per le regioni meridionali ,più volte anche richiesto nei mesi scorsi dalle parti sociali, questo lo sanno bene i vari politici locali come i parlamentari calabresi, immobili e silenti dinnanzi a questo massacro sociale,salvo poi farsi sentire quando la vertenza e la problematica raggiunge l’apice dell’attenzione mediatica.

IGOR COLOMBO

PORTAVOCE REGIONALE

FORZA NUOVA CALABRIA