Il Cammino dello Spirito, 6 Domenica di Pasqua Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

SESTA DOMENICA DI PASQUA
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi, rimanete nel mio amore”
Nella domenca precedente, Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli, si definisce la vera vite, a cui unicamente bisogna sentirsi intrinsecamente legati, come i tralci, per portare i frutti della realizzazione di se stessi, e dare senso pieno alla propria esistenza terrena.
Il fondamento che il vangelo di Giovanni ci propone in questo itinerario, è la capacità di amare e la necessità di essere amati, in modo alternatvo, alla nostra esperienza esistenziale ed affettiva.
Si tratta di una esigenza antropologica, ma che va sublimata, alla luce di Cristo risorto, in una visione soprannaturale, per essere coerenti con la fede che professiamo, come figli di Dio e veri fratelli in Cristo risorto:”amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio, chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore “.
Come si vede, si tratta di un modo e del perché di un amore, sostanzialmente è qualitativamente diverso, da quello che nasce dai sentimenti e dal cuore umano.”Vi do un comandamento nuovo, amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”…”a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto, ma Dio dimostra il suo amore verso di noi purché mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per gli empi nel tempo stabilito.”
Si tratta, come si vede, del superamento dell’espereenza e del sentimento dell’amore umano, visto come capacità di donare se stessi, ma nello stesso tempo, della gioia di ricevere altrettanto dalla persona amata.
IL fondamento dell’amore di cui ci parla il vangelo di questa domenica, invece, parte dall’amore che Dio ha per noi: «come il Padre ha amato me, così io ho amato voi».
L’essere cristiani, infatti, consiste nell’aprire, anzi spalancare il cuore, come afferma Giovanni paolo II, a quest’amore amore immenso e gratuito, per essere in grado di comunicarlo e viverlo realmente con il fratello che incontriamo nel nostro cammino, senza domandarci se lo merina, e senza aspettare la ricompensa.
Da qui l’invito: che ci rivolge Gesù: «rimanete nel mio amore», l’amore da vivere in comunione con Lui, lasciandoci guidare dalle sue parole: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho sservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore».
Non si tratta di un’ osservanza dei comandamenti, di fare o meno delle cose, ma di portare nel cuore la memoria e le parole della persona amata, che è DIO, cercando di vivere secondo quelle parole.
Ed infine, una volta accolto e custodito l’amore, ecco la chiamata ad amare, espressa mediante il “testamento” di Gesùnel cenacolo: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi».
Gesù ci chiama ad amarci a partire dal suo amore e secondo il suo amore
Perché è da questo che ci riconosceranno come suoi discepoli, dall’amore che abbiamo gli uni per gli altri.
Che il Signore ci aiuti, perché possiamo vivere sempre più dentro questo dinamismo, fatto di amore accolto, custodito e donato!