“Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto”. Giov.15
Il vangelo di questa domenica, per mezzo dell ‘evagelista Giovanni, ci propone, non una parabola, come al solito, ma l’immagine allegorica della vigna, molto comune nella Bibbia, in cui il padrone è Dio Padre, Gesù Cristo la VERA VITE, ed i tralci, tutti coloro che aspirano alla salvezza, e che devono stare legati alla vite, per produrre i frutti che Dio aspetta da coloro che vivono e credono in Lui.
Per qusto Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli, afferma in maniera categorica : «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore, chi rimane in me produce molto frutto”.
E questo in alternativa al altre vigne, le quali , chiuse in se stesse, producono solo uva acerba.”quomodo conversa es in amaritudine”
Anche in questo contesto I’ essere la vera vite di Cristo, è chiaramente visto come alternativa ad altri personaggi o istituzioni, che si presentano ancora, nonostante la Pasqua, al popolo di Dio, con arroganza, ed in manierera personalistima, e non come vigna, creata e custodita con amore da Dio Padre misericordioso, come afferma il profeta, che ha cura amorevole ed è attenta dei suoi figli, anche con le loro debolezze o peccati, che tuttavia vanno corretti con amore, (la potatura) e con l’invito a bruciare coraggiosamente i tralci secchi che ci allontanano da DIO e che sono dentro di noi.
Da qui l’invito che ci rivolge il vangelo è di stare sempre uniti a cristo, rinunziando alla nostra storia personale, per inserirla nella sua storia più grande, ed ottenere la forza di essere coerenti con le scelte di fede ricevuta nel battesimo.
“Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
BUONA DOMENICA!
Parola del Signore
Don Silvio Mesiti