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Arrestati legali famiglia Cacciola Nuova misura cautelare anche per genitori e fratello vittima

 

Operazione “ONTA” – Il giorno 8 febbraio 2014, in Rosarno, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei seguenti soggetti per i delitti di seguito indicati:
LAZZARO Anna Rosalba, CACCIOLA Michele, CACCIOLA Giuseppe
concorso in maltrattamenti in famiglia, aggravato dall’aver favorito la ‘ndrangheta .
LAZZARO Anna Rosalba, CACCIOLA Michele, CACCIOLA Giuseppe, CACCIOLA Gregorio, PISANI Vittorio
concorso in violenza privata , concorso in violenza o minaccia per costringere a commettere un reato , concorso in favoreggiamento personale , tutti aggravati dall’aver favorito la ‘ndrangheta.
Premessa
Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e sviluppate dai Carabinieri di Reggio Calabria,  sono state avviate a seguito della trasmissione da parte della Corte d’Assise di Palmi degli atti relativi al processo celebrato nei confronti di CACCIOLA Giuseppe, LAZZARO Anna Rosalba e CACCIOLA Michele conclusosi in data 13 luglio 2013 con la condanna di tutti gli imputati per il reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della figlia di quest’ultimi due, Maria Concetta CACCIOLA.
Nel medesimo contesto sono emersi profili di responsabilità a carico di due avvocati del foro di Palmi (CACCIOLA Gregorio e PISANI Vittorio), in relazione alla ritrattazione – ed alla fase che l’ha preceduta –  di Maria Concetta CACCIOLA, la quale nel maggio del 2011 aveva avviato un percorso di collaborazione con l’A.G. (nella qualità di testimone di giustizia) ed aveva reso dichiarazioni nei confronti dell’articolazione della ‘ndrangheta operante in Rosarno, San Ferdinando e comuni limitrofi, nota come cosca BELLOCCO.
In ordine alla morte di Maria Concetta CACCIOLA le prime indagini svolte facevano luce su una tragica realtà che vedeva la vittima, da lungo tempo, sottoposta a maltrattamenti da parte dei suoi più stretti familiari, aggravatisi a seguito della collaborazione con l’A.G..
La storia, ben nota, è emersa in tutto il suo dramma nel corso del processo di Palmi in cui si è accertato che i familiari la ricondussero a Rosarno, sottoponendola a violenze psicologiche, minacciandola di non farle mai più vedere i figli e costringendola, successivamente, a ritrattare le dichiarazioni che aveva reso ai magistrati.
Con sentenza pronunciata in data 13.07.13 la Corte d’Assise di Palmi condannava CACCIOLA Michele, CACCIOLA Giuseppe e LAZZARO Anna Rosalba per il delitto di maltrattamenti in famiglia nei confronti di CACCIOLA Maria Concetta, per il periodo antecedente al 27.07.11.
La sentenza è stata confermata, sia pure con una lieve riduzione delle pene, dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria in data 6.02.14.
Con la citata sentenza del 13.07.13, inoltre, la Corte d’Assise di Palmi  ordinava la trasmissione degli atti a questa D.D.A. in ordine ai seguenti reati:
maltrattamenti in famiglia per fatti accaduti nel periodo compreso tra il 27.07.2011 – 08.08.2011;
omicidio pluriaggravato, così diversamente qualificando l’evento morte precedentemente ritenuto un suicidio e, quindi, precedentemente, configurato come circostanza aggravante del delitto di maltrattamenti;
violenza o minaccia per costringere a commettere un reato,
ipotizzando la circostanza aggravante prevista dall’art. 7 del d.l.152 conv. in L. 203/91 per avere gli imputati agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare l’associazione per delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale operante in Rosarno e comuni limitrofi nota come cosca BELLOCCO.
La Corte d’Assise disponeva altresì la trasmissione degli atti a questa D.D.A. in ordine agli ulteriori reati di concorso in autocalunnia, falsa testimonianza e favoreggiamento personale, per i quali rappresentava la configurabilità della circostanza aggravante prevista dall’art.7 del d.l. 152/91 conv. in L. 203/91 per avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare l’associazione per delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale operante in Rosarno e comuni limitrofi nota come cosca BELLOCCO.
Veniva disposta, inoltre, la trasmissione degli atti per quanto di competenza nei confronti degli avvocati CACCIOLA Gregorio e PISANI Vittorio.
Le condotte degli indagati
Il quadro indiziario raccolto va, allo stato degli atti, sintetizzato nelle seguenti risultanze  processuali:
fin dal primo momento i familiari di CACCIOLA Maria Concetta sapevano che la figlia si era allontanata da casa perché stava collaborando con l’A.G.;
per tale ragione nominavano due diversi legali, l’Avv. Gregorio CACCIOLA e l’Avv. Vittorio PISANI;
già diverse settimane prima di riuscire a mettersi in contatto con Maria Concetta, i CACCIOLA avevano ben chiare le mosse da compiere in futuro: far rientrare la ragazza a Rosarno e costringerla a ritrattare; già in questa fase i CACCIOLA, immaginando che Maria Concetta avesse sottoscritto delle dichiarazioni davanti all’A.G., erano consapevoli del fatto che per poterle “neutralizzare” sarebbe stato necessario l’ausilio di un legale;
CACCIOLA Michele e LAZZARO Anna Rosalba il giorno stesso in cui incontrarono per la prima volta la figlia, avendo iniziato ad avere contezza di quanto la stessa aveva dichiarato all’A.G., le dicevano immediatamente che avrebbe dovuto ritrattare;
il giorno successivo, nonostante Maria Concetta fosse tornata sotto protezione, CACCIOLA Michele, LAZZARO Anna Rosalba e CACCIOLA Giuseppe iniziarono ad organizzarsi per mettere in atto il loro piano, che consisteva nello scrivere una ritrattazione che poi Maria Concetta avrebbe dovuto firmare; anche in questo caso si faceva riferimento alla necessità di rivolgersi, a tal fine, ad un avvocato, precisamente all’Avv. Gregorio CACCIOLA;
nel pomeriggio dello stesso giorno, nel corso di una telefonata, Maria Concetta ribadiva alla madre che non aveva alcuna intenzione di ritrattare le precedenti dichiarazioni;
poco dopo, i coniugi CACCIOLA raccomandavano alla figlia di nominare l’avvocato procuratole dal padre, esortandola ancora una volta a tornare indietro.
incuranti della ritrosia palesata da Maria Concetta, non appena rientrati a Rosarno, CACCIOLA Michele e LAZZARO Anna Rosalba si recarono a parlare prima con l’Avv. Gregorio CACCIOLA (che era stato contattato da CACCIOLA Giuseppe) e poi con l’Avv. Vittorio PISANI;
numerose sono le evidenze investigative che descrivono il grave quadro indiziario delle condotte poste in essere dai destinatari della ordinanza di custodia in carcere in relazione alle fattispecie contestate;
dalle conversazioni registrate emerge il grave quadro indiziario del coinvolgimento e del contributo degli avvocati Gregorio CACCIOLA  e Vittorio PISANI nell’attività di costrizione alla ritrattazione posta in essere dai genitori e dal fratello della CACCIOLA fino alla morte della ragazza.
La ritrattazione era finalizzata a favorire persone diverse e cioè, appunto, i soggetti appartenenti alla famiglia BELLOCCO, accusati da Maria Concetta di reati gravissimi.
A seguito della trasmissione degli atti a questo Ufficio di Procura, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria venivano delegati ad effettuare attività di intercettazioni nei confronti dei due avvocati.
Gli elementi più significativi emergevano dalle conversazioni tra presenti captate all’interno dello studio legale dell’avv. Gregorio CACCIOLA.
Con particolare riferimento alla posizione dell’Avv. Gregorio CACCIOLA si deve evidenziare che dalle conversazioni tra presenti captate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2013 e gennaio 2014 all’interno del suo studio legale, emergono elementi indicativi della contiguità del predetto legale con gli ambienti della criminalità organizzata del c.d. mandamento tirrenico.
Dati operativi
Nel corso dell’operazione sono stati impiegati oltre 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri.