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‘Ndrangheta, vescovo di Locri: ”Difficile continuare a dare speranza”

Il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, intervistato da ‘Radio Vaticana’, racconta l’appello lanciato al premier dopo le intimidazioni subite dal sindaco di Monasterace, ora dimissionario, e la decisione di molti sindaci della zona di minacciare le dimissioni per protesta. ”Venerdi’ Santo, per l’ennesima volta, ho gridato in piazza che non possono convivere criminalita’ e religione – ricorda mons. Morosini – Ma io non posso dire a nessuno: abbiate fiducia, abbiate speranza, perche’ ingannerei la gente. Noi stiamo perdendo tutti i giovani laureati, tutti stanno emigrando, e’ un disastro. O aprono gli occhi per una politica reale di sviluppo oppure e’ inutile che mandano forze dell’ordine”.

 

 

 

”Io sento i sindaci che mi dicono: ma chi me lo fa fare? Mi dedico alla mia professione, mi dedico alla mia famiglia… Qui veramente si rischia che agli appuntamenti elettorali manchino persone disponibili a candidarsi – dice ancora il vescovo – Se il cittadino onesto, che va li’ veramente per giocarsela tutta, deve correre questi rischi, davvero chi glielo fa fare? L’eroismo non si puo’ imporre a tutti”.

 

 

Quanto alle azioni di contrasto alla criminalita’ organizzata, mons. Morosini denuncia: ”Non credete quando dicono che hanno ‘decapitato’, perche’ qui non c’e’ nessuna decapitazione. Quando ne prendono uno, spuntano altri dieci capi e questo lo sanno benissimo tutti. Manca una politica di sviluppo”. E dunque ”si metta chi deve intorno a un tavolo e si faccia questa politica di sviluppo, di lavoro, perche’ altrimenti la vita qui e’ impossibile”.

 

 

Tornando alle difficolta’ dei sindaci della zona il vescovo di Locri incalza: ”Che cosa devono amministrare? Sono tutti indebitati, fin sopra i capelli. Qui a Locri rischiamo che ci chiudano l’acqua, perche’ il Comune si trova in arretrato nei pagamenti all’azienda fornitrice. Ecco a che punto siamo arrivati. I Comuni che devono amministrare? Fame, miseria, debiti, questa e’ la realta”’.