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operazione “Ritorno al futuro” Episodi commessi in San Calogero, Rombiolo e Mileto per rapina


Il provvedimento giunge ad esito di una prolungata e complessa attività investigativa condotta dalla Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Tropea unitamente alla Stazione Carabinieri di San Calogero ed ai Carabinieri della Sezione di P.G. presso il Tribunale di Vibo Valentia, nel periodo compreso tra la primavera del 2011 e la giornata odierna.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vibo Valentia su richiesta avanzata da quella Procura della Repubblica, prevede la sottoposizione alla custodia in carcere per i sottonotati soggetti, tutti già ristretti presso Case Circondariali:
GRILLO Domenico, 23enne di San Calogero;
PROSTAMO Giuseppe, 24enne di San Calogero;
TODARELLO Francesco, 47enne di San Calogero,
nonché la sottoposizione agli arresti domiciliari elle sottonotate persona, arrestate nella scorsa notte durante il blitz dei Militari dell’Arma:
VALLONE Riccardo, 25enne di San Calogero;
TODARELLO Rocco, 52enne di San Calogero.
RITORNO AL FUTURO è un’operazione che ha saputo coniugare in maniera perfetta vecchie e nuove tecniche investigative, partendo dalla consapevolezza che il dato tecnico e scientifico non ha una piena utilità se non supportato dalle classiche attività di indagine (testimonianze, osservazioni, analisi delle informazioni) e se non inserito in un contesto di controllo del territorio raggiunto attraverso il servizio di pattuglie e perlustrazioni quotidianamente eseguito dai Carabinieri delle Stazioni.
L’attività investigativa viene avviata dai Carabinieri della Compagnia di Tropea nell’estate del 2011, quando un omicidio scuote la quotidiana vita di San Calogero, piccolo paese della Provincia di Vibo Valentia. La vittima, una donna, Isabella Raso, 50enne che viveva da sola in casa, durante un tentativo di rapina in abitazione viene immobilizzata ed imbavagliata dai rapinatori. La notte del 16 luglio 2011 la donna muore a seguito di soffocamento. Il giorno successivo, allertati dai vicini di casa che notano la porta posta al lato seminterrato dell’abitazione aperta e non vedono la donna fuori dall’abitazione, i Carabinieri scoprono all’interno dell’edificio il corpo della vittima riverso al suolo con brandelli di stoffa ancora legati ai polsi nel tentativo di immobilizzazione.
L’omicidio viene sin da subito messo in relazione ad altri due episodi analoghi:
 la rapina perpetrata la notte del 14 giugno precedente a San Calogero in danno dei coniugi GIGLIOTTI Domenica e GALATI Francesco;
 la rapina commessa la notte del 12 agosto successivo sempre a San Calogero in danno dei coniugi MACCARONE Nicola e CALABRIA Natalina.
Gli eventi, oltre ad avere in comune il dato spazio – temporale, poiché consumati tutti nel centro abitato di San Calogero nell’arco di tre mesi, presentavano inoltre, secondo le testimonianze raccolte in occasione di questi ultimi episodi, anche rilevanti punti di contatto quanto a caratteristiche personali degli autori ed a modalità esecutive, che lasciavano propendere per la conoscenza, da parte dei malfattori, delle vittime, delle loro abitazioni, delle loro abitudini e della disponibilità nel frangente di ingenti somme di denaro.
L’ultimo episodio, la rapina perpetrata ad agosto, desta in particolare preoccupazione. I malviventi non si sono fermati nemmeno dopo aver commesso un omicidio e continuano a perpetrare rapine in abitazione al ritmo di una al mese. Verosimilmente, dopo aver sperperato tutto il denaro provento di un colpo, hanno la necessità di pianificare ed eseguire un’altra azione delittuosa.
In San Calogero l’allarme è elevatissimo. Gli anziani non riescono più a dormire tranquilli sapendo che in giro circolano delinquenti tanto efferati e senza scrupoli.
Altrettanto elevata è la pressione sugli investigatori, che sentono il dovere di dare una risposta forte all’escalation di violenza riscontrata in quei mesi
Le prime indagini condotte con metodi tradizionali in relazione all’omicidio, consentono di trovare il punto di collegamento tra l’episodio delittuoso e le altre due rapine: il SUPER BAR di San Calogero, gestito da Grillo Domenico.
Presso quel bar i Carabinieri durante le pattuglie svolte ogni giorno, sotto il sole cocente o in condizioni meteo avverse, avevano notato un gruppetto di nullafacenti dediti al gioco a carte ed a consumare bevande.
In quell’esercizio commerciale si era svolta la compravendita del mezzo ape il cui prezzo, circa 7000 euro, era stato poi il provento della rapina consumata in danno dei coniugi GIGLIOTTI – GALATI.
Uno dei giovani di quel gruppetto che trascorreva intere giornate presso quel bar risultava essere lontano parente dei coniugi MACCARONE – CALABRIA.
Il collegamento con l’omicidio di Raso Isabella giunge nel corso di una assunzione di sommarie informazioni di Todarello Francesco. I Militari della Compagnia di Tropea chiedono al Todarello se in passato aveva avuto rapporti con la donna. Il Todarello, pensando che i Carabinieri, come in una partita a poker, stiano bluffando ed abbiano trovato sue impronte dattiloscopiche sull’armadio della donna, risponde di si, affermando di aver svolto dei lavori di falegnameria presso l’abitazione della signora, in particolare di rifacimento del fondo di un armadio, di quell’armadio in cui gli ignoti rapinatori avevano rovistato cercando i risparmi della povera vittima. I militari immediatamente controllano se l’armadio è stato nel recente passato sottoposto a tali lavori, non trovando alcun intervento di riparazione. Questa è la conferma che la strada intrapresa dalle indagini è quella giusta.
Le attività di intercettazione forniscono elementi utili a supporto della pista seguita dai segugi dei Carabinieri.
Nel frattempo giunge alle orecchie dei militari un ulteriore episodio di rapina avvenuto nel precedente periodo pasquale in danno di una anziana donna, la signora PONTORIERO Caterina, 85enne abitante nel centro storico di San Calogero. Anche l’episodio ha punti di contatti con le precedenti rapine. L’abitazione della donna, peraltro, è proprio sul percorso che uno dei giovani frequentatori del SUPER BAR percorre ogni giorno dalla propria abitazione per raggiungere quell’esercizio pubblico.
Intanto dal R.I.S. di Messina arrivano riscontri positivi all’attività di sopralluogo e repertamento svolta dai Militari della S.I.S. del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia con il supporto del medico legale D.ssa Katiuscia Bisogni. Da un’unghia prelevata della vittima viene estratto un frammento di materiale organico da cui si riesce ad estrapolare un profilo di D.N.A. maschile, segno evidente di una colluttazione avuta dalla vittima con uno dei suoi aggressori nell’ultimo vano tentativo di opporre resistenza alla costrizione fisica.
I militari iniziano, in maniera assolutamente discreta, i prelievi dei profili dei DNA di quei giovani che abitualmente frequentano il SUPER BAR.
L’esito sperato non si fa attendere, a conferma delle ipotesi, delle intuizioni e dei sacrifici di quei mesi. In una tarda serata del novembre 2011 giunge una telefonata da Messina all’ufficio del Dott. Vittorio Gallucci, titolare del fascicolo: quel D.N.A. trovato sul corpo della Raso appartiene a Grillo Domenico.
Le attività tecniche di intercettazione sono già in corso dall’estate.
È il 1° dicembre 2011 quando, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Stazione di San Calogero con i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Tropea bussano alla porta di GRILLO Domenico. Dopo un’accurata perquisizione domiciliare (che consentirà di rinvenire, nella disponibilità del medesimo, un ingente quantitativo di cartucce illegalmente detenute) la comunicazione che dopo quei mesi è una doccia fredda: GRILLO Domenico, 21enne pregiudicato dimorante in San Calogero, è sottoposto a fermo di indiziato di delitto in quanto ritenuto responsabile dell’omicidio di RASO Isabella. I militari della Compagnia di Tropea hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo emesso dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia.
Negli stessi attimi, dall’altra parte della Calabria, in Provincia di Catanzaro, il padre del Grillo, Salvatore, viene contemporaneamente tratto in arresto in flagranza di reato per detenzione illegale di arma da fuoco. Lo stesso, nel corso di una perquisizione domiciliare organizzata contemporaneamente all’arresto del figlio, viene trovato in possesso di una postola.
Qualche minuto dopo il figlio Domenico, negli uffici della Caserma “Achille MAZZA” dei Carabinieri della Stazione di San Calogero, immediatamente decide di rispondere alle domande del Dottor Gallucci, già giunto sul posto, fornendo dichiarazioni che completano il quadro nei confronti suoi e dei due complici che quella notte avevano perpetrato quell’omicidio: ZINNÀ Luigi, 26enne di San Calogero, pluripregiudicato, e TODARELLO Francesco.
Quando nel primissimo pomeriggio della stessa giornata, il 1° dicembre 2011, i Carabinieri circondano le loro abitazioni, i due avevano già approntato le valige e si preparavano a lasciare San Calogero per far perdere le loro tracce. Vengono immediatamente sottoposti anche loro a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia.
Ma le indagini dei Carabinieri non si fermano qui.
L’attività captativa telefonica, nonché, dopo l’esecuzione dei fermi di indiziati di delitto, di intercettazione ambientale in carcere, oltre ad arricchire tale quadro con ulteriori elementi di riscontro, fornisce, attraverso conversazioni dal contenuto parzialmente auto – accusatorio o totalmente etero – accusatorio, ulteriori riferimenti fattuali, soggettivi e nominativi, che consentono di fare piena luce non soltanto sulle quattro rapine in abitazione, ma anche su tre episodi di furto, due in abitazione perpetrati a Rombiolo (VV) ai danni di due fratelli, Pasquale e Michele CONTARTESE, perpetrati a Rombiolo il 31 ottobre 2011, ed uno in danno dell’esercizio pubblico di sala giochi di Valente Francesco Paolo, sito a Mileto (VV), commesso il 6 settembre 2011.
L’autorità giudiziaria, “avuto riguardo all’articolazione dei plurimi episodi delittuosi, all’intreccio delle posizioni soggettive ed alla molteplicità delle fonti indiziarie – dichiarative e tecniche, dalla lettura logico – combinata delle diversificate risultanze investigative esaustivamente e sapientemente esperite, raccolte e coordinate”, con d’odierno provvedimento considera solida e valida la prospettazione accusatoria.
Il Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Vibo Valentia ritiene sussistenti nei confronti degli indagati gravi indizi di colpevolezza in ordine alle fattispecie di reato sopra citate, nonché esigenze cautelari connesse all’elevatissimo allarme sociale che connota la tipologia dei delitti oggetto di osservazione, correlato all’attuale e concreto pericolo di analoga reiterazione criminosa alla stregua delle modalità organizzative riscontrate: estese, massimamente offensive, collaudate, seriali, in collegamento con efficienti canali di rapido smistamento dei proventi illeciti, elevate, all’evidenza, a comodo e più remunerativo sistema di autosostentamento economico.
Gli arrestati, espletate formalità di rito, sono stati tradotti presso le rispettive abitazioni di residenza in regime degli arresti domiciliari su disposizione della competente Autorità Giudiziaria mandante.