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Rosarno, “Operazione Onta 2” sei arresti omicidio Cacciola. Conferenza stampa

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Il 18 novembre 2014, in Rosarno, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei seguenti soggetti per i delitti di seguito indicati:

CACCIOLA Gregorio, cl. 1958:

poiché, nella qualità di difensore di Condoluci Salvatore, istigava il teste Giovanni Bevilacqua ad affermare il falso davanti al Tribunale di Palmi sulle circostanze di fatto sulle quali veniva sentito;

 

CACCIOLA Gregorio cl. 51 ed i figli CACCIOLA Antonio e CACCIOLA Domenico:

per la detenzione illegale in concorso di un’arma comune da sparo, in particolare un pistola;

 

NOCERA Giovanni cl. 1978 e NOCERA Gianfranco cl. 1948:

per la detenzione illegale in concorso di più armi comuni da sparo, in particolare più pistole;

 

NOCERA Giovanni:

  • per furto continuato ed aggravato poiché al fine di trarne profitto si impossessava di un quantitativo imprecisato di KWh sottraendola alla legittima proprietaria ENEL Servizio Elettrico S.p.A. attraverso la manomissione del contatore;
  • per furto continuato ed aggravato poiché al fine di trarne profitto si impossessava di un quantitativo imprecisato di gas sottraendolo al legittimo proprietario attraverso la manomissione del contatore.

 

emanuele crescenti

Premessa

 

Le indagini, coordinate per la Procura della Repubblica di Palmi dal Procuratore dott. Emanuele Crescenti e dalla dott.ssa Anna Pensabene e sviluppate dai Carabinieri di Reggio Calabria, sono state avviate a seguito della complessa attività investigativa svolta nei confronti degli Avvocati Gregorio CACCIOLA e Vittorio PISANI, di CACCIOLA Giuseppe, LAZZARO Anna Rosalba e CACCIOLA Michele, conclusasi in data 8 febbraio 2014 con l’esecuzione delle misure cautelari a loro carico emesse dal Tribunale di Reggio Calabria in occasione dell’operazione c.d. “ONTA”, che ha fatto luce sulla responsabilità dei medesimi in ordine alla vicenda drammatica occorsa a Maria Concetta CACCIOLA.

Gli elementi più significativi emergevano dalle conversazioni tra presenti captate all’interno dello studio legale dell’avv. Gregorio CACCIOLA e dello studio legale in uso all’Avv. Vittorio PISANI.

Con particolare riferimento alla posizione dell’Avv. Gregorio CACCIOLA si deve evidenziare che dalle conversazioni tra presenti captate all’interno del suo studio legale, emergono ulteriori elementi indicativi della contiguità del predetto legale con gli ambienti della criminalità organizzata del c.d. mandamento tirrenico.

 

Le condotte degli indagati

 

In primo luogo, veniva contestato all’Avv. Gregorio CACCIOLA di aver istigato Giovanni BEVILACQUA a rendere una falsa testimonianza in un’udienza dinanzi al Tribunale di Palmi, nell’ambito della quale avrebbe dovuto riferire circa l’uso di una pistola da parte di Salvatore CONDOLUCI. L’Avv. CACCIOLA, infatti, induceva BEVILACQUA a non fare menzione di tale pistola, facendogli notare che tale condotta lo avrebbe posto in una posizione analoga a quella dei “collaboratori di giustizia”, ovvero minacciandolo implicitamente di probabili ritorsioni.

Analogamente, nello studio legale CACCIOLA, Domenico CACCIOLA, figlio di Gregorio cl. 1951, esponendo all’Avvocato una situazione familiare funestata da continui problemi, si soffermava sulla detenzione della pistola presso la propria abitazione, riferendo all’Avv. Gregorio CACCIOLA circa la perquisizione eseguita in occasione dell’esecuzione della misura cautelare a carico del padre; raccontava a tal proposito che il padre avrebbe detenuto effettivamente una pistola occultata in un bauletto di una moto non rinvenuta comunque in occasione della citata perquisizione effettuata nella notte del 18 ottobre.

In seguito, nel corso delle intercettazioni nello studio legale “PISANI”, NOCERA Giovanni avrebbe dichiarato all’avvocato PISANI di aver detenuto illegalmente delle armi che il padre Gianfranco gli avrebbe tolto per timore che lo stesso potesse utilizzarle contro i creditori se non anche per farsi del male e/o per commettere qualche illecito. Sempre NOCERA, inoltre, informava PISANI di perpetrare continui furti di energia elettrica e gas: per il gas ammetteva anche di aver utilizzato violenza e minacce nei confronti del tecnico che a seguito di un controllo aveva riscontrato la rottura dei sigilli e l’allaccio abusivo.

 

Nel provvedimento restrittivo, il Giudice ha stigmatizzato l’estrema pericolosità sociale degli indagati, desunta dai precedenti penali e soprattutto dalla contiguità alle locali consorterie criminali organizzate.

  • Gregorio CACCIOLA cl. 1951 e i figli Antonio e Domenico risultano avere diverse frequentazioni con esponenti dell’associazione criminale denominata ‘ndrangheta nell’articolazione operante in Rosarno nota come “cosca PESCE”.
  • Il lungo curriculum criminale di Gianfranco NOCERA non lascia adito a dubbi in merito alla pericolosità del soggetto, così come Giovanni NOCERA la cui capacità delinquenziale emerge ancora una volta e conferma l’indole violenta dell’indagato; a ciò si aggiunga che la caratura criminale ed il ruolo ricoperto dal NOCERA Giovanni all’interno dell’organizzazione criminale c.d. “’ndrangheta” operante nel territorio di Rosarno era già emersa nell’operazione “Blue Call”, in occasione della quale veniva arrestato il fratello di questi, Francesco, in seguito condannato per 416 bis; peraltro, le attività investigative consentirono di porre in luce il ruolo svolto dall’indagato durante il tempo della latitanza di Umberto BELLOCCO cl. ’83.
  • Con riferimento all’Avv. Gregorio CACCIOLA emerge che il legale non solo ha indotto il BEVILACQUA a deporre il falso in dibattimento, ma ha anche minacciato implicitamente quest’ultimo di ritorsioni ove lo stesso avesse contravvenuto al consiglio fornitogli; in sostanza – aggiungeva Gregorio CACCIOLA – qualora avesse deposto il vero sarebbe stato considerato come colui che collaborava con la giustizia, un infame secondo l’accezione negativa che notoriamente circola negli ambienti malavitosi di cui il legale si faceva evidentemente portavoce.

 

Dati operativi

 

Nel corso dell’operazione sono stati impiegati oltre 30 Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri. 

Reggio, Calabria, 17 novembre 2014.