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Mimmo Lucano a Corigliano Rossano: «Sono sceso in piazza per contrastare la deriva della nostra regione a causa della destra»

«Sono sceso in piazza per contrastare la deriva della nostra regione a causa della destra e per dire
che la Calabria non è solo una terra di malaffare»: così Domenico Lucano durante l’iniziativa di
giovedì a Corigliano Rossano (CS), al Chiostro San Bernardino.

All’incontro hanno partecipato Liliana Zangaro, consigliera comunale di Corigliano Rossano, e sono
intervenuti i candidati della Circoscrizione Nord di Un’altra Calabria è possibile (Angelo Broccolo,
Ada Cavazzani, Agostino Conforti, Angela Antonia Di Leo, Anna Greco, Sergio Orsino, Luigi Pandolfi,
Maria Gabriella Sicilia), coordinati da Umberto Romano.

«I nostri paesi della Calabria interna stanno morendo. Attraverso l’accoglienza noi abbiamo
dimostrato che c’è stata una rigenerazione di quelle aree: questo è stato visto come un miracolo
sociale», ha affermato Lucano nel suo intervento in chiusura, cogliendo l’occasione per esporre
alcuni punti programmatici che la lista intende portare avanti.

«Il programma per me è legato a quello che abbiamo fatto a Riace: il riscatto delle aree fragili e
dei luoghi dell’abbandono, dove è più forte la rivendicazione rispetto all’assenza dello Stato e al
dominio delle mafie.
Poi anche l’acqua pubblica è un punto su cui lotteremo, affinché l’acqua non si trasformi in un
elemento di profitto per le società private, ma rimanga un simbolo di democrazia. Da sindaco, ad
esempio, eravamo riusciti a raggiungere l’autosufficienza idrica del paese, costruendo dei pozzi, e
lottavamo affinché tutti potessero avere l’acqua.
Riteniamo anche che una riforma agraria sia importantissima, per sviluppare le potenzialità delle
terre abbandonate e valorizzare il settore della zootecnia, che è una risorsa per la nostra gente».

In conclusione, anche un commento sulla vicenda giudiziaria che terminerà il prossimo 25
settembre: «La mia vicenda giudiziaria è anche una vicenda politica: tutto questo mi ha fatto
capire che umanità e solidarietà, se non c’è uguaglianza sociale, non hanno ragione di essere, così
come la legalità. Una società basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo non è né umana né
legale».