USB: a Cutro contro la passerella del CdM e per dire Basta alle morti nel Mediterraneo

La strage di Cutro è l’ennesima avvenuta nelle acque del Mediterraneo che sempre più sta diventando cimitero di chi è costretto a scappare da guerre, violenze, siccità e povertà. Da chi scappa da quelle politiche di sfruttamento e saccheggio che vede colpevolmente protagonista anche il nostro Paese e le varie aziende presenti nel cosiddetto terzo mondo.
E mentre il mantra “aiutiamoli a casa loro” significa troppo spesso nuovi business per le imprese italiane, si continua impunemente a trattare il tema dell’immigrazione in maniera propagandistica, in una perenne competizione a chi la spara più grossa, senza tenere conto a volte né del diritto internazionale e addirittura neanche di quello nazionale.
Tra i partiti di maggioranza e di minoranza è un rincorrersi di accuse ma basta seguire l’evoluzione normativa, dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, dai decreti Minniti a quelli Salvini, per rendersi facilmente conto che nessuno si può ritenere senza peccato rispetto a tragedie come quella di Cutro, così come alle tante problematiche legate al fenomeno delle migrazioni, dall’accoglienza, alle lentezze burocratiche per chi ha un permesso, all’inferno di chi un permesso non ce l’ha.
La convocazione del Consiglio dei Ministri a Cutro diventa così una provocazione inaccettabile. Lo è perché è un ridicolo tentativo di gettare polvere sui tanti, concreti, dubbi rispetto a quello che è avvenuto il 26 febbraio, e che ha portato USB a sottoscrivere un esposto alla Procura di Crotone, insieme a diverse altre realtà associative, ONG e giuristi. Lo è ancor di più perché questo governo arriva in una regione che, a fronte di miriadi di problemi, subirà uno scippo tremendo con l’autonomia differenziata, avendo in cambio le fumose chiacchiere del Ponte sullo Stretto e promesse di opere improponibili come il rigassificatore a Gioia Tauro.
USB sarà a Cutro giovedì 9 marzo per ricordare a questo governo quali siano le reali esigenze dei calabresi, così come ci saremo sabato 11 insieme ai sopravvissuti, ai parenti delle vittime, alle volontarie e ai volontari che in questi giorni si stanno facendo in quattro per sopperire alle mancanze di uno stato buono solo a fare passerelle e a imporre il trasferimento delle salme da Crotone a Bologna, senza mostrare un solo briciolo di umanità per non disturbare il manovratore.