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“Caro Professore” conquista anche Cinquefrondi: i giovani della Mediateca comunale scoprono l’eredità di Italo Falcomatà

Un partecipato incontro ha accolto la presentazione del libro dedicato al sindaco della Primavera di Reggio Calabria. Presenti il Sindaco Michele Conia, il responsabile di ViviAmo Cinquefrondi Vincenzo Furfaro, il presidente di venticinqueaprile Sandro Vitale, la critica letteraria Ilda Tripodi, il giornalista Stefano Perri e l’autore del libro Giuseppe Falcomatà

Una serata carica di emozioni ha accolto la presentazione del libro “Caro Professore”, dedicato ad Italo Falcomatà, alla Mediateca comunale di Cinquefrondi. L’incontro, promosso nell’ambito del progetto ViviAmo Cinquefrondi, curato da Vincenzo Furfaro, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, rappresentato nell’occasione dal Sindaco Michele Conia, ha coinvolto la comunità di Cinquefrondi attirando l’attenzione di tanti giovani della cittadina della piana.

Al centro del dibattito, moderato dal giornalista Stefano Perri, il rapporto tra Italo Falcomatà, il sindaco della Primavera di Reggio Calabria, ed i suoi concittadini, raccontato attraverso lettere, messaggi, disegni, che i reggini, tra i quali anche tanti bambini, rivolsero al primo Cittadino negli anni del suo impegno amministrativo alla guida della Città e durante i terribili mesi della malattia che lo strappò all’affetto dei suoi cari.

Un racconto arricchito dal contributo della critica letteraria, docente e scrittrice, Ilda Tripodi, voce autorevole del panorama culturale cittadino e regionale, e dell’analisi di Sandro Vitale, presidente di venticinqueaprile Ampa, collega, amico e militante politico che visse gran parte della sua esperienza sociale e sindacale proprio al fianco di Italo Falcomatà.

A concludere l’incontro l’intervento di Giuseppe Falcomatà, figlio del Professore Italo e testimone della tradizione familiare e politica che ha rappresentato un punto di riferimento assoluto per la Reggio di fine anni ’90, una città disorientata e sconvolta dai periodi bui delle guerre di mafia, che proprio attraverso quell’esperienza amministrativa trovò la forza di cambiare il corso della storia attraverso la speranza ed una nuova orgogliosa identità.

“Siamo felici di aver ospitato un evento di grandissimo spessore culturale e politico – ha affermato il Sindaco Conia al termine della presentazione – Italo Falcomatà rappresenta da sempre per noi uno straordinario punto di riferimento. Ricordo da giovanissimo di averlo conosciuto e di aver apprezzato la sua visione, ma soprattutto la sua straordinaria umanità e la sua capacità di coinvolgere le persone in un progetto collettivo di crescita basato su concetti basilari per la politica come la credibilità, la condivisione, la capacità di ascolto. Insieme a Giuseppe vogliamo raccogliere il testimone di quella tradizione, perchè c’è ancora tanto da fare nella nostra terra, per completare il disegno che Italo ci ha lasciato e che oggi i nostri concittadini di Cinquefrondi, a partire dai più giovani, hanno avuto l’opportunità di scoprire”.

Nelle sue conclusioni l’autore del libro Giuseppe Falcomatà ha ringraziato gli organizzatori per aver promosso l’incontro. “Siamo felici di poter condividere questa esperienza che ha segnato un’epoca per la nostra comunità. Le lettere contenute nel libro, ancora assolutamente attuali, offrono uno spaccato di una città, ma direi dell’intero Mezzogiorno, che viveva un momento di difficoltà e che voleva invertire quella tendenza. Oggi viviamo una fase altrettanto delicata, con spinte come quella del disegno di legge sull’autonomia differenziata che rischiano di cristallizzare una condizione di arretratezza sociale ed economica di tante regioni italiane. E’ una cosa che non possiamo permettere, anzitutto per il futuro dei nostri ragazzi. Per questo è fondamentale portare avanti l’esempio di Italo Falcomatà e lo slancio ideale di quell’esperienza. E siamo contenti che ancora oggi, più di vent’anni dopo la sua morte, tante persone, ma molti giovani soprattutto, esprimano sentimenti di affetto ed interesse verso l’eredità politica ed umana che il Professore, per citare il titolo del libro, ci ha lasciato”.