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GIOIA T. presidente dell’Autorità portuale su Autonomia finanziaria dei porti

 

Oggi, mi stupisco che ci si possa, invece, meravigliare dell’approvazione di un provvedimento che, nei fatti, non attua la tanto attesa e necessaria autonomia finanziaria. Si tratta, invece, solo di un finanziamento di 70 milioni di euro. Fermo restando la positività dell’iniziativa, che però va inquadrata esclusivamente in un inizio di discussione intorno all’autonomia finanziaria, nei fatti non la attua. A tutto questo aggiungo che l’aver destinato il 20% dei 70 milioni di euro, tra i porti ai fini perequativi, altro non è che l’annuale finanziamento ai sensi dell’art. 1 della legge 296 del 27 dicembre 2006. Infatti, proprio ad inizio giugno, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha erogato all’Autorità portuale di Gioia Tauro l’importo di circa 5 milioni di euro. A conti fatti, quindi, niente di più di ciò che già avevamo”.

Dal testo, comunque, il presidente Grimaldi sottolinea anche i rischi a cui potrebbe andare incontro il provvedimento se non dovesse essere modificato in fase di discussione parlamentare: “Ritengo che, al punto 1 quando si parla di “istituire un fondo” a livello ministeriale, si corra il rischio di insorgere in “Aiuti di Stato”. Credo, quindi, sia opportuno analizzarlo dal punto di vista giuridico. Mi auguro che, in corso di ratifica nella discussione alle Camere per la stesura definitiva del provvedimento, si prenda anche in esame la problematica relativa al fondo perequativo per poter essere incisivi sui benefici che spettano ai porti di transhipment. Come è noto i contenitori che vengono movimentati non sono soggetti a tassazioni. A tale proposito, quindi, è stato previsto un fondo perequativo da assegnare loro, come quello di Gioia Tauro. Sono contrario a questa ipotesi perché il fondo perequativo fa pensare a qualcosa di aleatorio che potrà essere assegnato o non assegnato in base alla situazione finanziaria del Paese.

Ritengo che bisogna trovare, invece, un sistema che dia più certezze. Mi riferisco, per fare un esempio, ad un calcolo “virtuale” sui movimenti in modo da legare le erogazioni non ad un fondo perequativo ma all’efficienza ed ai risultati ottenuti dal porto stesso”.