TRUFFA ALL’INPS: DENUNCIATI 195 IMPRENDITORI E FALSI BRACCIANTI

17 ottobre – I finanzieri della locale Compagnia, nell’ambito di indagini di polizia giudiziaria e tributaria, volte a tutela della spesa pubblica nazionale, hanno scoperto una redditizia frode ben studiata ed articolata, messa in pratica da imprenditori agricoli operanti nel vibonese che, mediante la fittizia comunicazione all’Inps di falsi braccianti agricoli perpetrata tramite la predisposizione e l’esibizione ad Enti pubblici di atti falsi, o la moltiplicazione esponenziale delle giornate lavorative effettivamente effettuate, ha permesso a circa 200 persone, di ottenere il pagamento di indennità di disoccupazione, malattia o altri benefici per un importo totale pari a circa 1.000.000 di euro dal 2006 al 2010. Più in particolare, è emerso che gli ideatori della truffa, avrebbero prodotto all’Ente preposto, atti contenenti firme false, nonché comunicazioni di assunzione di manodopera agricola, tutte a nome e per conto di ignari proprietari dei terreni agricoli adibiti a coltivazioni varie quali uliveti ed agrumeti. A conti fatti, il sistema di truffa scoperto dai finanzieri della Compagnia vibonese, divenuto spesso prassi consolidata nel contesto economico vibonese, ha permesso di rilevare la fittizia denuncia più di 25.000 “giornate agricole” non realmente effettuate da soggetti che, nel frattempo, svolgevano impunemente altre attività lavorative o semplicemente oziavano percependo redditi dallo Stato. Un vero e proprio paradiso, da qui il nome dell’operazione “Campi Elisi” (i mitologici campi fioriti dove si viveva in perenne serenità), per centinaia di soggetti che si vedevano recapitare senza alcuno sforzo ed a discapito di chi nei campi lavora veramente, somme di denaro che, se calcolate nell’insieme di un “sistema di finanziamento all’agricoltura deviato”, raggiungono importi da capogiro. La maxitruffa scoperta dalla Guardia di finanza, ha portato alla segnalazione all’Autorità giudiziaria dei soggetti autori della stessa, accusati di reati che vanno dal falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, alla truffa aggravata, al concorso nel reato.