• Home »
  • News Calabria »
  • Vacantiandu: Sabato 10 marzo al Teatro Grandinetti l’esilarante commedia in vernacolo lametino “U gabbu coggj” della compagnia Vercillo (50esima replica)

Vacantiandu: Sabato 10 marzo al Teatro Grandinetti l’esilarante commedia in vernacolo lametino “U gabbu coggj” della compagnia Vercillo (50esima replica)

Lamezia Terme, 8 marzo 2018 – C’è grande attesa per la fortunata commedia in vernacolo lametino “U gabbu cogghj” della compagnia “Giovanni Vercillo” di Lamezia Terme. I bravissimi attori, guidati dal regista Raffaele Paonessa, saliranno sul palco del Teatro Grandinetti sabato 10 marzo alle ore 20.30, nell’ambito della rassegna “Vacantiandu”, diretta da Nicola Morelli, Diego Ruiz e Walter Vasta, inserita tra i progetti finanziati dalla Regione Calabria con fondi Pac (Programma di azione e coesione) derivanti da rimodulazione interna ai Programmi operativi finanziati dai Fondi strutturali.
La commedia, liberamente tratta da Eduardo de Filippo, è divisa in due atti e affronta i temi dell’infelicità coniugale e della cecità del marito tradito. Con ironica riflessione, assistiamo ad un complesso intrigo tra don Peppe, donna Teresa e don Giovanni. Don Peppe si presenta come un uomo fortunato e nessuno è più felice di Lui perché ha al suo fianco una moglie che lo rispetta, che accudisce la casa e che nutre nei suoi confronti un amore senza se e senza ma. Una vita tranquilla tra alti e bassi coniugale ma lontana da qualsiasi tentazione, fino al momento in cui però l’equilibrio, solo apparente, viene turbato dall’arrivo di don Giovanni che cerca rifugio a casa di don Peppe, dopo aver ferito in piazza, durante una violenta lite, un creditore. Donna Teresa vive momenti di tormentoso conflitto perché don Giovanni le farà riscoprire quella femminilità e sensualità che credeva ormai spente. In una cornice di matrimoni felici solo in una costruita e finta apparenza, alla fine, donna Teresa si getta passionalmente tra le braccia dell’amante, rinunciando così alla vita monotona e quieta a cui il marito l’aveva destinata.