Operazione “Rolex”: catturato Cristoforo Adorno Alati

in quanto ritenuto responsabile del delitto di associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di rapine e furti. Alati Adorno è considerato il promotore di un’organizzazione criminale, sgominata nel decorso anno con la nota operazione denominata “Rolex”, dedita alla perpetrazione di rapine e furti in pregiudizio di gioiellerie ed istituti bancari, ubicate in Reggio Calabria e province limitrofe, nonché per porto e detenzione abusiva d’armi. Secondo gli inquirenti Adorno Alati, oltre a ricoprire il ruolo di capo, e coordinatore del sodalizio criminale, si è reso personalmente responsabile, insieme ad altri sodali, anch’essi precedentemente tratti in arresto, delle rapine in danno della gioielleria “Versace” ubicata sul corso Garibaldi di Reggio Calabria (5 febbraio 2011), e di quella in danno della gioielleria “Nicosia” di Milazzo (21 febbraio 2011), entrambe perpetrate con l’uso di armi acquistate illegalmente dal latitante e che lo stesso deteneva materialmente presso altri complici, anch’essi già tratti in arresto. Le indagini della Squadra mobile reggina erano sfociate, a conclusione dell’operazione denominata “Rolex”, nell’esecuzione degli arresti di: Antonino Scappatura, 54 anni, di Reggio Calabria; Francesco Scalise, 25 anni, di Petilia Policastro (Kr); Luigi Cuzzupi, 45 anni, di Reggio Calabria; Manuel Iosef, rumeno di 29 anni; Graziano Calabrò, 22 anni, di Sant’Alessio d’Aspromonte; Emanuele Alesse, 36 anni, di Roma; Fabio Cilione, 37 anni, di Reggio Calabria. La cattura del latitante, avvenuta al confine italo-francese, costituisce la naturale prosecuzione dell’attività investigativa culminata nell’operazione “Rolex”, quando  Adorno Alati si era reso immediatamente irreperibile. In particolare, le attività tecniche di intercettazione telefoniche avviate subito dopo la sua irreperibilità e i complementari accertamenti condotti dal personale della Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta dal dottor Gennaro Semeraro avevano consentito di appurare che Adorno Alati si era sottratto all’esecuzione della ordinanza fuggendo a Santo Domingo, località dove ha trascorso gli ultimi sei mesi. Il prosieguo dell’attività investigativa, sempre coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria (procuratore capo Federico Cafiero De Raho e sostituto procuratore Luca Miceli), ha permesso di accertare che, con la complicità dei suoi stretti familiari, il latitante, nei primi giorni del mese di giugno, avrebbe fatto rientro da Santo Domingo facendo dapprima scalo a Bruxelles e, con altro volo, sarebbe atterrato alle ore 15.40 presso l’aeroporto di Nizza dove sarebbe stato prelevato dal padre Giuseppe Adorno Alati, recatosi in territorio francese alla guida di autovettura noleggiata. Dalle captazioni è emersa la particolare attenzione e il certosino scrupolo di pianificarne il rientro a mezzo aereo evitando di atterrare direttamente in territorio italiano per scongiurarne l’inevitabile arresto. In conseguenza di ciò, personale della Squadra mobile reggina immediatamente si è portato in Nord Italia dove, con la collaborazione dei colleghi delle analoghe strutture investigative di Milano Genova e Imperia, ha approntato idonei servizi di appostamento, che hanno permesso di bloccare l’autovettura sulla quale viaggiava il latitante. Cristoforo Adorno Alati, quindi, è stato tratto in arresto e, dopo le formalità di rito, associato presso la Casa circondariale di Sanremo, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.