Porto Gioia Tauro, il SUL traccia le linee programmatiche

La fase che si appresta ad affrontare il porto di Gioia Tauro è senz’altro la più delicata dalla sua nascita come scalo di transhipment. 

Ricordare i momenti può sembrare uno sterile esercizio stilistico, ma non lo è perché serve a inquadrare con precisione la genesi delle problematiche alle quali occorrerà dare risposta nell’immediato futuro.

La crisi che ha investito il trashipment a livello mondiale è stata acuita dal posizionamento progressivo ed infine esclusivo della MSC a Gioia Tauro. 

Questo se da una parte ha portato traffici “garantiti” dal vettore, dall’altro ha bloccato il terminal in ordine alla possibilità di acquisire nuovi clienti ed essere di conseguenza meno dipendente da un unico operatore. Di fatto il calo di lavoro, la diminuzione delle tariffe dovuta alla forte competizione nel Mediterraneo di nuovi porti in grado di offrire gli stessi servizi, alcuni errori strategici e gestionali da parte di MCT  hanno determinato la situazione attuale. 

E dopo ben sei anni di utilizzo di ammortizzatori sociali Medcenter ha ribadito la difficoltà ad utilizzare a regime 400 dipendenti del suo organico complessivo di 1300 unità lavorative mettendo in crisi l’intero sistema portuale.

Nel frattempo, la politica regionale e nazionale non ha fornito alcun impulso che potesse valorizzare lo scalo contribuendo ad isolare il porto e ad aggravarne le sorti. Solo negli ultimi mesi pressati dall’impellenza di una situazione esplosiva a livello sociale, le istituzioni hanno cominciato a ragionare sugli strumenti di urgenza da utilizzare per fronteggiare le difficoltà che si apriranno nell’immediato futuro. 

 

AZIONE DEL COORDINAMENTO PORTUALI SUL

 

La nostra organizzazione sindacale, sempre nel rispetto del mandato avuto dai lavoratori, ha costantemente denunciato l’abbandono dello scalo da parte della politica attraverso manifestazioni pubbliche, scioperi, interlocuzioni scritte con deputati e senatori nel tentativo di produrre interrogazioni parlamentari finalizzate ad aumentare la competitività del terminal con azioni mirate come le tasse di ancoraggio, l’accise sui carburanti e il costo del lavoro.  

Abbiamo contrastato l’azione di Medcenter, spesso tesa a creare disparità tra i dipendenti, portando a referendum tutte le proposte e gli accordi fatti sulla gestione della Cassa Integrazione e abbiamo contribuito alla bocciatura di tutte le intese che avrebbero danneggiato i lavoratori. 

Nel rispetto del mandato dei lavoratori, abbiamo seguito tutto l’iter per la costituenda Agenzia per la somministrazione del lavoro portuale che legata alla realizzazione del Gateway Ferroviario ed al Bacino di carenaggio (Accordo di Programma del 27 luglio 2017) rappresenta l’ultima spiaggia per tutelare e rilanciare l’occupazione nel porto.  Abbiamo seguito ogni evoluzione sia nei tavoli ministeriali che in quelli locali, informando con puntualità tutti i lavoratori, trasferendo tutte le nostre obiezioni ai ministeri competenti attraverso l’elaborazione di studi e documenti che dimostrano oggettivamente che gli esuberi dichiarati dal terminalista non corrispondono alle reali esigenze del lavoro nel porto.

Per questo motivo, in assoluta trasparenza e coerenza,  la nostra organizzazione sindacale non ha siglato l’accordo aziendale per la costituzione dell’Agenzia. 

Pur avendone condiviso l’esigenza, per fronteggiare la crisi senza fine che sta vivendo il porto di Gioia Tauro – esigenza condivisa da tutto il gruppo dirigente e dai lavoratori in assemblea –  la mancata convergenza sui numeri del personale da ricollocare in Agenzia ha determinato una presa di posizione netta e precisa che sigilla il mandato tra la nostra organizzazione sindacale ed i lavoratori tutti. 

 

LINEE  PROGRAMMATICHE 

 

Che fare?

Per prima cosa, sempre nel rispetto del mandato ricevuto dai lavoratori per la riduzione dei lavoratori da destinarsi nell’Agenzia, chiederemo:

Due tavoli di trattativa uno con Medcenter e uno con l’Autorità portuale di Gioia Tauro.

Le trattative con Medcenter dovranno portare alla riduzione del numero degli esuberi dichiarati in ordine all’organico funzionale reale dell’azienda agendo su tutti gli aspetti dell’organizzazione del lavoro.

Il tavolo con l’Autorità Portuale di Gioia Tauro – che dovrebbe diventare permanente –  dovrà servire a monitorare costantemente due aspetti fondamentali per il futuro dello scalo: il rispetto del crono programma per la realizzazione delle attività previste dall’AdP – Gateway, Bacino di carenaggio, piattaforma di riparazione dei contenitori – e la corretta strutturazione dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro portuale in termini di gestione e funzionamento senza dimenticare l’impegno sulla ridefinizione delle banchine e degli spazi portuali, analisi che porteremo all’attenzione del nuovo presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro che dovrebbe essere nominato nelle prossime settimane. 

Non si esclude la necessità di aprire il conflitto vero e proprio se ci saranno tentativi di discriminazione o si continua a non voler ridurre il numero dei lavoratori interessati all’Agenzia.

 

 

La Segreteria 

 

Carmelo Cozza 

Daniele Caratozzolo 

Vincenzo Malvaso

Domenico Macrì 

Antonio Luvarà

Ruggero Raso

Massimo Cimato Galati Cosimo